martedì 9 dicembre 2008

Tragedia di Torino: la sconfitta del buonsenso e della tolleranza

La cronaca tragica di Torino di questi giorni, un morto e un ferito in seguito ad una lite per futili motivi.
In seguito ad accidentale urto di una cane di grossa taglia fa cadere, spaventandola, una bambina. Il padre chiede le scuse al proprietatario del cane, che rifiuta e innesca una rissa chiamando rinforzi, amici armati di bastoni e catene e di pistola.... Epilogo: padre della bambina pestato, anche se a terra, interviene suo padre che non riesce a sedare gli animi e utilizza la sua arma quando vede impugnare una semiautomatica diretta contro il figlio.. spari, feriti, un uomo a terra senza vita.

La scena è stata ricostruita come in flashback per riflettere su alcuni elementi:
1- il cane ha urtato la bambina incidentalmente, senza fare aggressivo, non aveva museruola e forse neanche guinzaglio, obbligatori per le razze considerate pericolose.
2- il padre della bambina, spaventata e piangente chiede le scuse.
Fino a questo punto gli eventi avrebbero preso una piega diversa, se i protagonisti avessero impiegato buonsenso, tolleranza, rispetto delle regole di convivenza civile.

3_il proprietario del cane rifiuta le scuse, chiama amici che accorrono armati ed iniziano la rissa, con pestaggio del padre della bambina.

A questo punto gli eventi sono precipitati verso un epilogo già anticipatorio di spargimento di sangue.
Perchè è risultato così insultante scusarsi per un comportamneto non intenzionale del proprio cane? Perchè non assumersi la piena responsabilità delle azioni ma chiamare altri?
Perchè continuare a pestare in gruppo un uomo già a terra?

E' questo il momento in cui il buonsenso, le regole di civile convivenza sono state sconfitte. Occorre chiedersi che tipo di personalità abbia il proprietario del cane, in assenza di dati certi possiamo soltanto osservare il suo comportamento e riflettere.

Anche, è necessario riflettere sul comportamento del nonno della bambina, che ha esploso i colpi mortali per Luca Ragusa.
La paura di perdere il figlio, sopraffatto dalla violenza del gruppo, può aver inciso sulla lucidità nel decidere le azioni da porre in atto, anche in persona descritta come controllata e pacata.
Questo padre ora è in carcere indagato per omicidio, anche se i suoi legali chederanno la modifica del capo d'imputazione a legittima difesa.
Secondo voi siamo in una situazione di legittima difesa?
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sul caso

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