martedì 9 dicembre 2008

Ragazzo accoltellato a Genova da cantante rock

Da IlSecoloXIX.it del 9.12.08

Migliora il ragazzo ferito
il pm pronto a interrogarlo


08 dicembre 2008|
articolo di Graziano Cetara, Marco Fagandini, Elena Niedd

Nel pomeriggio dopo una serie di riscontri tra la procura ordinaria e quella per i minori è stato deciso il fermo del fratello minore, di 16 anni - accusato di concorso in tentato omicidio - della cantante del gruppo arrestata sabato notte.

SVOLTA IN SERATADopo un consulto tra gli investigatori e la procura ordinaria con quella dei minori, è stato deciso il fermo del fratello della ragazza 19enne, vocalist del gruppo musicale, accusata di tentato omicidio, la stessa accusa - in concorso - mossa al ragazzo, sedicenne. Il fermo è stato disposto dal pubblico ministero, Francesco Cardona Albini, ed eseguito dalla squadra mobile. Il ragazzo si trova in un centro giudiziario di prima accoglienza. Il fratello di Cristina era stato trovato dalla polizia accanto alla sorella nel vicolo dell’aggressione. Aveva le mani ferite dalla lama del coltello utilizzato dalla giovane vocalist per colpire il ragazzino. Nella versione fornita immediatamente dopo i fatti, sembrava che il ragazzo avesse tentato di fermare la sorella e, per questo, si fosse ferito alle mani.
IL PUNTO SULLE INDAGINILe indagini potrebbe essere a una stretta forse importante per chiarire le vere cause dell’aggressione e del feroce accoltellamento. Il ragazzo aveva atteso l’arrivo dei soccorritori con la sorella dopo il fatto ed era ferito alle mani. Un particolare che in una aggressione con una serie di coltellate così numerose, è spesso tipico di chi aggredisce e colpisce, ma dettagli e dinamica sono ancora da ricostruire nel dettaglio. A imprimere la svolta alle indagini potrebbe anche essere stata la serie di audizioni di testimoni e di amici effettuate in questi ultimi due giorni, deposizioni utili anche a ricostruire personalitàm dinamiche di gruppo, cultura e relazioni personali per cercare di capire, in attesa di potere ascoltare la versione della vittima, i veri motivi dell’aggressione e il tipo di ambiente socioculturale in cui è maturato. Un aspetto non secondario in tutta la vicenda.
CRISTINA TACE CON IL PM, DOMANI DI FRONTE AL GIP
LA COMUNITA’ VIRTUALE ROMPE LE TUTELE DEI MINORI
Domani intanto ci sarà la convalida dell’arresto di Cristina. Per il fratello procederà invece il parallelo giudice del Tribunale per i minori. Le indagini come detto ruotano attorno alla necessità di chiarire le vere cause del litigio e della feroce aggressione da parte della ragazza che ha colpito con decine di fendenti e, adesso, anche il ruolo del fratello.
Al Pm la ragazza ha opposto la facoltà di non rispondere, i suoi difensori hanno detto che la giovane è prostrata e che non ricorda nulla del fatto. Nè di avere portato con sé il coltello. Esclusa dai legali l’assunzione di sostanze psicotrope. Le condizioni di A. D. sono lievemente migliorate, il giovane ha parlato con i familiari, ma non è ancora in grado di sostenere l’interrogatorio degli inquirenti che procederanno non appena avranno l’ok dei medici. Il padre del giovane non crede alla causa sinora “nota”, di un raptus o di una motivazione legata al dissidio sulle capacità musicali del ragazzo accoltellato. A. D. potrebbe essere lui una volta in condizioni di parlare, a chiarire i veri motivi dell’aggressione mentre gli investigatori cercano anche di costruire con attenzione l’ambiente culturale e le personalità dei personaggi coinvolti, il mondo in cui è maturata la vicenda.
LA COMUNITA’ VIRTUALE ROMPE LE TUTELE DEI MINORIUn aspetto particolare della vicenda è la vasta area “virtuale” di comunità on line su internet sulle quali è facile reperire identità e immagini delle persone coinvolte, in larga parte minorenni, tutelati nell’informazione oltre che dal codice anche dalle varie carte deontologiche professionali. Si assiste così a una difficile tutela delle identità dei minori - la giovane accoltellatrice è maggiorenne, il fratello minorenne - in rapporto alle responsabili di altri (allo stato) correi maggiorenni nelle cronache e nel fare informazione. A fronte delle difficile tutela dei minori la comunità virtuale rompe ogni fronte. Basta diffondere un nick name che, cliccandolo, porta alla identità, all’immagine vera delle persone. E
INTERROGATA DAL PM, CRISTINA TACE
IL DIFENSORE ESCLUDE L’ASSUNZIONE DI DROGHESi è avvalsa della facoltà di non rispondere Cristina Balzano, la vocalist di 19 anni del gruppo heavy metal `Cry Soul´ che nella notte tra sabato e domenica ha accoltellato per 20 volte A.D., 16 anni, uno dei musicisti della band. La ragazza è apparsa confusa e prostrata. Lo ha confermato il suo difensore, l’ avvocatessa Elisabetta Bubba - nominata in queste ore legale di fiducia assieme all’ avvocato Paolo Franck - che ha detto di aver visto Cristina nel carcere di Pontedecimo «sotto shock, incapace di ricordare cosa è successo. Non ricorda di aver preso il coltello e nemmeno di aver fatto quello di cui l’ accusano».
L’ avvocato esclude comunque che Cristina abbia assunto sostanze psicotrope nelle ore precedenti la vicenda. Domani sempre nel cercare di Pontedecimo ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto.
Le condizioni della vittima, A.D. sono stabili: operato per due volte - una di queste per tamponare la rescissione di un importante vaso sanguigno ascellare - è ancora ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ ospedale Villa Scassi di Genova.
IL PADRE DELLA VITTIMA A IL SECOLO XIX: «NON CREDO SIA SUCCESSO SOLO PER LA MUSICA»
«TU CON NOI non suoni più. Era aggressiva quando gliel’ha detto. Non la riconoscevo. Noi scherzavamo con lui, dicendogli che non era capace. Cristina no. Voleva che io cercassi un chitarrista nuovo». Barbara, 16 anni, quarta superiore all’istituto tecnico Galilei, nel cassetto il sogno di fare l’insegnante di storia, è la batterista dei “Soul Cry”, la band giovanile di Cristina Balzano e A. D., la cantante e il chitarrista “novizio”. Barbara non ha visto, in vico Sorripa a Sestri, la vocalist accoltellare cinquanta volte il sedicenne di Sestri, vivo per miracolo forse solo grazie alla prontezza del fratello della ragazza, il bassista del gruppo ed ex compagno di scuola della vittima. Barbara era già a casa in quegli istanti. Ma è lei la testimone chiave, che la squadra mobile ha ascoltato lungamente ieri, di quanto avvenuto nel pomeriggio di sabato in una sala prove di Campi, la “Red house”.
La rivalità tra Cristina e A. D. andava avanti da giorni via Internet, su un sito-community dove soprattutto i giovani tengono il diario dei loro interessi e delle loro amicizie con foto, video e dialoghi a distanza. A. veniva accusato di non aver messo tra gli appartenenti del gruppo il nome di Cristina. Era il bassista a rimproverarlo (vedi il botta e risposta nell’infografica a destra, ndr). Non solo. Anche sul blog ritornano le critiche alla sua abilità di chitarrista.
«Al “Red house” stavamo provando “I miss you” - dice Barbara, di ritorno dalla questura, con un filo della sua giovanissima voce - È una canzone scritta da me in ricordo di un amico del bassista, morto in un incidente stradale. A. ha sbagliato, non si ricordava come si faceva. Cristina gli ha detto “fai schifo, devi esercitarti di più”. Lui si è giustificato. Lei gli ha vietato di suonare e lo ha escluso. Anche noi lo abbiamo criticato, ma scherzavamo. Lei no. Era aggressiva, voleva proprio cambiare chitarrista. Quando siamo usciti siamo andati a Fiumara. Lei continuava a parlare con me, pensavo scherzasse. Invece...». «Come ho saputo dell’aggressione? Me lo hanno detto gli agenti che sono venuti a prendermi a casa per interrogarmi. Non riuscivo a crederci. Cristina non è mai stata violenta. La conoscevo da poco, ci eravamo incontrati ad Halloween. Era una tipa tranquilla, anche se un po’ stravagante. Diceva che le piacevano le fruste. E una volta l’ho vista acquistare delle manette giocattolo. Mai avrei immaginato che potesse arrivare a fare una cosa simile. Certo, l’apparenza inganna. Io mi fidavo di lei. Ora mi ha deluso».
La stessa incredulità traspare dalle parole del padre di A. D.: «Mio figlio non aveva mai parlato di attriti con questa ragazza. Ma non posso pensare che quanto è accaduto sia dovuto soltanto a una canzone mal eseguita». Il papà di A., parla fermandosi per uno o due secondi prima di ogni frase. Calibra ogni parola, ripercorrendo i mille pensieri che si sono affastellati in tutte queste ore. «Non sappiamo cosa possa avere scatenato questa reazione. E stamani (ieri per chi legge, ndr) in ospedale, né io né lui abbiamo parlato di tutto questo. I medici ci hanno detto di non agitarlo e abbiamo pensato soltanto a tenerlo tranquillo. Dicendogli che ogni cosa si sarebbe aggiustata e che qualsiasi ferita sarebbe passata. È un ragazzo forte, giovane. Non è tanto che suonava la chitarra, qualche mese. Lo fa per passione».
Le condizioni del sedicenne restano gravi: «Hanno dovuto operarlo nuovamente per cucire la vena ascellare sinistra che era stata tranciata – dice il papà di A. D. – ha i lobi tagliati e forse un timpano perforato. Una coltellata ha lesionato lievemente un polmone. La schiena e la testa sono tutto un taglio: oltre sessanta coltellate». E non prosegue. Quell’immagine è pesante come un macigno. «Da quanto ho capito è stato subito mio figlio a identificare quella ragazza come l’autrice dei colpi – spiega ancora l’uomo – Ma mi hanno detto che lei continua a negare. Noi, intanto, aspettiamo che, nel giro di 48 ore, i medici sciolgano la prognosi».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che vogliamo aggiungere su questa prova di suprema intelligenza? Una Vera rappresentante del genere Homo Sapiens Sapiens?