sabato 13 dicembre 2008

Delitto Pellegrini, primi risultati dal'autopsia

da IL GAZZETTINO DI PADOVA.IT DEL 13.12. 2008

PADOVA
Anziana uccisa in casa, mistero sul testamento «Era stata minacciata»

Nessuna traccia del killer di Casalserugo. L'anziana possidente padovana, soffocata nel suo letto, non ha avuto nemmeno il tempo di reagire. L'autopsia è stata eseguita ieri e le indagini finora non hanno individuato impronte lasciate dall'assassino in casa o nel giardino. Comunque, Maria Pellegrini non si sentiva tranquilla: «Ultimamente aveva paura, e la sera non voleva più uscire da sola. Minacce ne ha ricevute tante», racconta un'amica. La donna in paese era amata e odiata nella stessa misura. Era soprannominata la "capitana", appellativo ereditato dal padre assieme a tanti terreni e immobili. Una vita dedicata agli affari e alla parrocchia: tutti i giorni andava a messa. Un attaccamento alla chiesa che, ultimamente, l'avrebbe convinta a cambiare il testamento lasciando a qualche istituto religioso tutti i suoi averi. Voci, però, e niente più perchè quel documento non sarebbe stato trovato. Ammesso che esista.

È stata eseguita ieri a Padova l’autopsia di Maria Pellegrini, la ricca possidente di Casalserugo uccisa l’altra notte. Il giallo del testamento
Anziana soffocata, un delitto senza tracce
Nel giardino e dentro la villetta dove abitava non sono state trovate impronte di scarpe nonostante la pioggia e il fango

Approfondimento della Redazione del Il Gazzetino di Padova.it
l'articolo è firmato da R.P.


È stata soffocata. Ma Maria Pellegrini non ha avuto nemmeno il tempo di reagire. Il suo cuore malato di cardiopatica ha ceduto quasi subito. L'assassino l'ha sorpresa a letto, nel cuore della notte. Sì, lei si è svegliata, ha avuto il tempo di vederlo in faccia ed è crollata. L'autopsia è stata eseguita ieri pomeriggio dal dottor Claudio Terranova, dell'istituto di medicina legale dell'università di Padova. All'autopsia era presente anche il pubblico ministero Orietta Canova che coordina le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo guidato dal maggiore Ivan Petracca. Non si sentiva tranquilla Maria Pellegrini, la settantottenne possidente uccisa l'altra notte nella sua abitazione di Casalserugo. «Ultimamente aveva paura, e la sera non voleva più uscire da sola. Minacce ne ha ricevute tante», racconta Edda Destro Bellucco, una sua amica. Di chi e perchè, però, Maria Pellegrini non lo aveva spiegato.
Maria Pellegrini in paese era amata e odiata nella stessa misura. Qualcuno l'altra sera è arrivato addirittura a brindare offrendo da bere a tutti quelli che erano al bar. Era soprannominata la "capitana", appellativo ereditato dal padre assieme a tanti terreni, beni che la settantottenne aveva messo a frutto diventando proprietaria di almeno un centinaio di case. Merito della lottizzazione Rialto che tra gli anni Settanta e Ottanta aveva trasformato in oro i campi agricoli lasciati dal genitore che lei aveva accudito fino all'ultimo. Donna tutta d'un pezzo, alta, dallo sguardo penetrante, aveva deciso di rimanere signorina a vita per dedicarsi da un lato agli affari immobiliari, gestiti in prima persona con attenzione per ogni particolare, anche il più tecnico, dall'altro agli affari di spirito. La pensionata era infatti ministra dei terziari francescani per Casalserugo, sezione che aveva ripristinato lei stessa in parrocchia e di cui teneva le fila. Tutti i giorni andava a messa, la sera o il mattino presto, e non si perdeva nemmeno un funerale: si sedeva sempre in prima fila. E ogni anno organizzava con la parrocchia di Terrassa Padovana gite spirituali ai santuari.
In gioventù, dopo aver lavorato in tribunale come impiegata ed aver frequentato le scuole magistrali, si era dedicata all'insegnamento in alcune scuole materne parrocchiali di Padova, impegnandosi anche nella catechesi. Pure a Casalserugo Maria Pellegrini era stata vicina, soprattutto in gioventù, all'Azione cattolica, e non le erano poi mancati, negli anni '80, agganci e conoscenze con importanti nomi della politica italiana democristiana. In paese si dedicava anche alla solidarietà verso altri anziani o disabili, che andava a trovare periodicamente con la sua vecchia Lancia Delta verde bottiglia, già perché Maria, di dimostrare che i soldi non le mancavano, non ne aveva proprio bisogno.
Un attaccamento alla chiesa che, ultimamente, l'avrebbe convinta a cambiare il testamento lasciando a qualche istituto religioso tutti i suoi averi. Voci, però, e niente più perchè quel documento non sarebbe stato trovato. Ammesso che esista.
Il delitto di Casalserugo è il più classico dei "gialli". Un furto finito male o un omicidio pensato in ogni dettaglio? L'assassino sarebbe entrato forzando la finestra al piano terra. Ciò farebbe pensare che non conosceva così bene le abitudini di Maria Pellegrini che non chiudeva la porta d'ingresso a chiave. Poi, però, si sarebbe mosso con disinvoltura tra scale e corridoi. Non solo. Nel giardino e dentro la villetta non sarebbero state trovate impronte di scarpe nonostante la pioggia e il fango. Troppo accorto per essere un ladruncolo...

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