lunedì 15 dicembre 2008

Quando si prende piena coscienza di un orrendo delitto...

L'ultimo atto nella vita di Coratella, condannato all'ergastolo nel 2004 per l'omicidio, insieme ad altri complici, della piccola Graziella Mansi di otto anni appena, avvenuto nel 2000 in località Castel del Monte, è stato dettato con molta probabiltà dalla piena coscienza dell'orrore di cui si era macchiato, infierendo sulla vittima indifesa.
In genere, quando si realizza con lucidità la portata delle proprie azioni criminali e si ci specchia nel proprio abisso di malvagità, di Ombra, di Male,la vista di ciò che siamo diventa intollerabile, incompantibile con la specie umana, così rappresentata in tutta la sua nefandezza, e l'unica azione possibile diventa l'interruzione, nel più breve tempo possibile, dei pensieri così disturbanti.
Ma quei pensieri sono pervasivi, non lasciano tregua e non possono lasciarla se esiste ancora un barlume di quello che chiamiamo senso morale, che esplode nella mente e nel cuore di chi si è macchiato del peggiore dei delitti concepibili, ai danni di un essere indifeso, una bambina, che il mondo degli adulti doveva proteggere, e che invece ha decretato la sua morte con enorme crudeltà.
Di fronte a questi delitti, la pena inflitta non sembra mai sufficiente per il senso comune delle persone civili, l'unica certezza che può acquietare la rabbia è che l'assassino non sia mai più libero e che il tormento logori i suoi giorni.
Quando il tormento diventa insostenibile con l'esistenza si agisce estinguendo il dolore e con esso la vita.

Perchè l'essere umano deve giungere a tanto, perchè questa violenza contro i più deboli, bambini, disabili, "diversi"?
E' possibile spezzare questa spirale senza fine che a violenza rievoca e ripropone altra violenza?
Abbiamo bisogno di crederci e dobbiamo attivarci perchè diventi possibile salvare altre piccole potenziali vittime

Nessun commento: