domenica 14 dicembre 2008

Uccise bimba otto anni nel 2000 suicida a Lecce/2

Dopo i dispacci delle agenzie di stampa gli approfondimenti dagli articoli delle varie testate giornalistiche online nazionali e locali

Da IlMessaggero.it del 14.12.08

Bimba di Andria uccisa dal branco:
suicida in carcere uno degli assassini


LECCE (14 dicembre) – Attirarono una bambina nel bosco e tentarono di violentarla prima di ucciderla: oggi uno dei cinque componenti del branco, condannato all'ergastolo si è tolto la vita in carcere a Lecce, impiccandosi. Vincenzo Coratella, 27 anni e uno dei cinque condannati all'ergastolo in via definitiva per l'omicidio di Graziella Mansi, la bambina di Andria, uccisa a Castel del Monte il 18 agosto del 2000.

La piccola, di appena 8 anni, si trovava nei pressi del famoso castello monumento federiciano insieme al nonno che gestiva una bancarella. Graziella venne attirata in un bosco da uno dei cinque componenti del gruppo, con il pretesto di mostrarle un cucciolo di cane. Poi i cinque tentarono di violentarla. Quindi la uccisero e la coprirono con un cumulo di al quali diedero fuoco. Grazie alle telecamere installate davanti a un istituto bancario i cinque presunti responsabili vennero identificati.

Quattro di loro, Michele Zagaria, Domenico Margiotta, Giuseppe Di Bari e Vincenzo Coratella sono stati condannati all'ergastolo nel novembre del 2004 dalla Corte di Cassazione che confermò la sentenza della Corte di Appello di Bari dell'anno precedente. Il quinto componente del gruppo, Pasquale Tortora, che scelse il rito abbreviato e confessò per primo rivelando l'identità dei complici, è stato condannato a trent'anni.


Da IlGiornale.it del 14.1.08 ore 19.52
Bruciarono una bimba Si impicca in cella uno del "branco"
Dalla redazione
Lecce - Ha posto fine alla propria esistenza con un atto violento, impiccandosi. La stessa violenza che usò nell'agosto di otto anni fa quando, con un branco composto da altre quattro persone, sequestrò ad Andria una bimba di appena otto anni, Graziella Mansi, e le diede fuoco dopo aver tentato di stuprarla. Si è conclusa così, nel carcere di Lecce, la vicenda umana di Vincenzo Coratella, di 27 anni.
La scorsa notte ha preso la cintura del suo accappatoio fissandone una estremità a una sbarra del letto a castello e impiccandosi con l'altra. Il suicidio, secondo il medico del carcere sarebbe avvenuto verso l'1. Circa tre ore più tardi il corpo è stato notato dagli agenti di polizia penitenziaria che hanno dato l'allarme. Il giovane era da solo in cella.
Oltre a lui, per quella storia che scosse l'opinione pubblica per la sua efferatezza furono condannati con sentenza definitiva della Cassazione nel 2004 gli altri quattro autori della violenza, tutti giovani del posto: a Pasquale Tortora, di 28 anni, giudicato con rito abbreviato, furono inflitti 30 anni di carcere, agli altri (oltre a Coratella, Giuseppe Di Bari, 27 anni, Domenico Margiotta, di 25, e Michele Zagaria, di 29 anni), l'ergastolo. Del branco era Tortora l'elemento chiave in quella vicenda, secondo quanto emerse nel corso del processo, ma anche l'elemento piu' debole. Per entrare a far parte del gruppo fu sottoposto a un vero e proprio esame: dovette rubare parti di alcune automobili, per dimostrare di essere un duro. Ma forse cosi' duro non lo era. Fu l'unico, nel corso di una perizia psichiatrica, a pentirsi. "Non vedo l'ora di andare a processo per prendere l'ergastolo. Ho sbagliato - disse - e chi sbaglia paga per tutta la vita".
Ma a pagare per la crudeltà di quel branco in quell'agosto del 2000, nei boschi a ridosso di Castel Del Monte fu la piccola Graziella. Tortora la attirò con uno stratagemma: "Vieni, ti voglio mostrare una cucciolata di cani", le disse. La bimba lasciò la bicicletta vicino a una fontana dove era andata per riempire un secchio d'acqua e lo seguì. Ma una volta nel bosco trovò gli altri aguzzini. Qui avvennero i tentativi di stupro, le inutili richieste di aiuto della bambina, soffocate a calci, le sue urla di terrore e di dolore quando fu posta su un letto di foglie secche e data alle fiamme con un accendino.
Tortora fu fermato subito dopo il ritrovamento del corpo carbonizzato; in un primo momento disse agli investigatori di aver agito da solo, ma poi fece i nomi dei complici.

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