sabato 13 dicembre 2008

Anziana uccisa in provincia di Padova, sviluppi delle indagini

Per trovare informazioni più dettagliate sull'omicidio della donna avvenuto in provincia di Padova giovedì scorso è stato necessario ricorrere alle edizioni dei giornali locali, evidentemnete perchè la notizia non riveste interesse a carattere nazionale, infatti non resta traccia di notizie nelle testate online abitualmente prese in considerazione (LaStampa.it, IlCorrieredellasera.it, LaRepubblica.it, IlGiornale.it, IlMessaggero.it, agenzia di stampa Ansa.it e Adnkronos.it). Anche questa circostanza merita di essere ulteriormente approfondita, esistono delitti di serie A e altri di serie B?

Iniziamo la rassegna stampa da IlMattino di Padova.it


CASALSERUGO / UCCISA DI NOTTE NELLA SUA VILLETTA

Soffocata a letto per soldi
proprietaria di un centinaio di case
Maria Pellegrini, 78 anni, trovata morta dal marito della nipote. Con l’edilizia si era costruita una fortuna

L’hanno trovata a letto, stesa su un fianco e in camicia da notte. Accanto alcuni pezzi di nastro adesivo da pacchi. Sui polsi e intorno alla bocca, tracce di colla. Maria Pellegrini, 78 anni, residente al primo piano della villetta al civico 48 di via Cavour, è stata trovata morta poco prima di mezzogiorno. L’hanno uccisa, probabilmente soffocata con un sacchetto di cellophane. In tutta la sua abitazione una marea di indizi: dal retro, con la rete di recinzione abbassata e l'inferriata di una finestra del garage divelta, fino all’interno dell’appartamento, dove è stato messo tutto a soqquadro.

L’ipotesi è che l’anziana sia stata sorpresa nel sonno. Forse è stata una rapina finita male, o forse una vendetta. Quel che è certo, è che dal primo pomeriggio di ieri fino a notte fonda, nella caserma dei carabinieri di Casalserugo hanno sfilato una ventina di persone: parenti, conoscenti, affittuari. Perché Maria Pellegrini era un’imprenditrice nel campo dell’edilizia. Aveva un centinaio di appartamenti, per un totale di 43 mila metri cubi.

ORE 11.55. «Sono un collega della Questura, vorrei parlare con i carabinieri di Casalserugo. Qua è successo un casino». Pietro Pastò, meccanico all’autocentro della Questura di Padova e marito di una nipote di Maria, chiama il 112 poco prima di mezzogiorno. Un minuto dopo riferisce tutto ai carabinieri di Casalserugo, lanciando così l’allarme. Pochi istanti prima, Giuseppe Calandrin che abita al piano terra della villetta di via Cavour 48, si insospettisce non vedendo la settantottenne. Così si presenta nella fioreria gestita da Pietro Pastò e dalla moglie Daniela, chiedendo spiegazioni. Daniela, che ha le chiavi di casa della zia, entra nell’alloggio e si rende conto immediatamente della situazione. I soprammobili sono quasi tutti sul pavimento, così come le lampade, i vestiti, le fotografie, i bicchieri e persino i piatti della cucina. In camera da letto c’è il corpo esanime di Maria.


IL RITROVAMENTO. L’anziana è stesa su un fianco. Il corpo ormai è freddo. Indossa una camicia da notte lunga fin sotto le ginocchia. Sul letto ci sono dei pezzi di nastro adesivo trasparente, quello che solitamente viene utilizzato per sigillare i pacchi. All’inizio sembra cellophane. I militari del reparto operativo di Padova sono convinti che si tratti di una borsetta di plastica, usata per soffocarla nel sonno. Poco dopo però si accorgono che sui polsi della donna ci sono tracce di colla, così come intorno alla sua bocca. Maria Pellegrini è stata legata e imbavagliata con il nastro adesivo. Al momento del ritrovamento però le mani sono libere e pure la bocca.

MORTA SOFFOCATA. L’ipotesi è questa. Dopo l’esame esterno, bisognerà attendere però l’autopsia affidata al medico legale Claudio Terranova. L’indagine è nelle mani del sostituto procuratore Orietta Canova, che ieri è rimasta all’interno dell’appartamento per oltre tre ore insieme ai militari dell’Arma coordinati dal maggiore Ivan Petracca. Ma quella della morte per asfissia non è l’unica ipotesi. Qualcuno sospetta pure che possa essere morta d’infarto, terrorizzata dall’aggressione nel cuore della notte.

GLI INDIZI. Il primo, il più eloquente, quello di cui tutti si sono accorti subito, è l’inferriata tranciata sul retro dell’abitazione. Tra le tre finestre presenti, è stata scelta l’u nica che consente l’ingresso nel garage dell’anziana. L’assassino è salito nell’abitazione attraverso una scala interna, di cui quindi conosceva l’esistenza. E una volta all’interno dell’alloggio al primo piano, circa 70 metri quadrati, si è diretto in camera da letto. Prima si è preoccupato di immobilizzare l’anziana, tappandole la bocca. Poi ha rovistato ovunque. Forse per cercare qualcosa o forse solo per depistare gli investigatori, orientando tutti verso l’ipotesi della rapina e facendo allontanare il dubbio che si tratti invece di una vendetta.

Interrogando i parenti i carabinieri stanno cercando di capire se dalla casa è sparito qualcosa, qualche oggetto di valore o qualche somma di denaro. L’indagine però non è semplice. Maria Pellegrini, imprenditrice nel campo dell’edilizia, aveva rapporti con molta gente. Alcuni affittuari pagavano addirittura l’affitto cash, direttamente a lei, nella sua abitazione.

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