sabato 6 dicembre 2008

Delitto Hina, confermata condanna per il padre

Confermata nel processo di appello la condanna a 30 anni del padre di Hina, la ragazza pachistana assassinata perchè voleva integrarsi nel nostro Paese, adottando il nostro modo di vivere.
Leggiamo due articoli sul tema


Da la Repubblica.it del 5.12.08
La ragazza pachistana venne assassinata dai familiari perché
considerata una cattiva musulmana: voleva vivere all'occidentale



BRESCIA - La Corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Mohamed Saleem, il padre di Hina, la ragazza pachistana uccisa l'11 agosto 2006 a Sarezzo nel bresciano perché considerata dalla famiglia una cattiva musulmana: voleva vivere all'occidentale. E' stata ridotta invece da 30 a 17 anni la pena per i due cognati della vittima, considerati complici nell'omicidio, mentre allo zio sono stati confermati i 2 anni e 8 mesi.

Come al termine del processo di primo grado, la madre di Hina, ha accolto con urla di disperazione la conferma della condanna del marito, reo confesso, che sperava potesse essere ridotta. E si è rifiutata di lasciare il palazzo di Giustizia. Ha avuto un attacco isterico ed è stata portata via in ambulanza. Prima che la corte d'assise d'appello di Brescia si ritirasse per la sentenza, il padre della ragazza ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea: "Volevo bene a Hina", ha detto il genitore.

La ragazza aveva 20 anni quando venne uccisa: fu sgozzata e sepolta nel giardino di casa dei genitori, colpevole di essersi ribellata alle tradizioni e alla potestà paterna. "Non volevo diventasse una puttana come le altre", dichiarò il padre Mohammed quando lo arrestarono. "Hina si vestiva e si comportava da occidentale", aggiunsero gli altri parenti. "Addirittura era andata a convivere con un italiano cattolico".

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