martedì 13 gennaio 2009

Rignano Flaminio: indagini chiuse, verso il rinvio a giudizio

Prosegue la rassegna stampa dalle principali testate online


Dall'agenzia Ansa.it del 13.01.2009 ore 14.10

PEDOFILIA: RIGNANO, IN 4 RISCHIANO IL PROCESSO
ROMA - Tre maestre, Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e Marisa Pucci, e l'autore tv Gianfranco Scancarello, marito di Del Meglio, rischiano di finire sotto processo, a Tivoli, per i presunti abusi sessuali ai danni di 21 bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. E' quanto emerge dall'avviso di chiusura indagine notificata oggi ai difensori degli indagati. Chiesta

Pesanti i reati contestati dal pm Marco Mansi ai quattro indagati: atti osceni, maltrattamenti verso minori, sottrazione di persona incapace, sequestro di persona, violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, corruzione di minori, atti contrari alla pubblica decenza. Gli indagati hanno sempre respinto le accuse. Alla luce della notifica dell'avviso di chiusura indagine, per gli indagati si prospetta la richiesta di rinvio a giudizio.

I difensori dei quattro hanno ora 20 giorni di tempo per chiedere l'audizione dei loro assistiti o per depositare note e memorie. L'inchiesta giudiziaria, partita sulla base di alcune denunce dei genitori di bambini, prende in esame fatti cominciati nel 2001, per una bambina, e proseguiti per gli altri 20 alunni tra il 2005 ed il 2006.

PM, BIMBI SOTTOPOSTI A SEVIZIE E CRUDELTA'
Affidati alle maestre Silvana Magalotti, Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci "per ragioni di istruzione", gli indagati sottoponevano i bambini "ad atti di sevizie e crudelta". E' quanto scrive il pm Marco Mansi nel capo di imputazione nei confronti degli indagati dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali in danno di 21 bambini della scuola "Olga Rovere" di Rignano Flaminio. Secondo il magistrato i reati, oltre che dalle maestre e dell'autore televisivo Gianfranco Scancarello, sarebbero stati commessi in concorso con "soggetti non identificati in numero di cinque o più". Alle maestre, inoltre, viene contestata l'aggravante dell' abuso di autorità o relazione domestica o di ufficio "derivante dal fatto di essere in servizio appunto come maestre alla Rovere" e inoltre si contesta loro l'abuso del rapporto di custodia in relazione ai 21 bambini (di età all'epoca dei fatti dai tre ai cinque anni)

Bambini legati e spogliati - Nell'atto di chiusura indagine, firmato soltanto dal pm Marco Mansi e non dal procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy, si parla bambini "maltrattati sottoposti a percosse, nonché legati dopo essere stati spogliati". Sugli stessi bambini, secondo il pm, venivano poi praticati "con l'uso di siringhe, prelievi di sangue o inoculazioni di sostanze varie quali narcotici, stupefacenti o altre lesive della salute delle persone alcune contenenti benzodiazepine e li terrorizzavano vestendosi da diavolo o coniglio nero o altro ancora, con l'uso di cappucci e mostrandosi con i medesimi completamente o parzialmente nudi".

Minacce di morte per giochi erotici - Minacce di morte per i genitori o di danni fisici e uso della violenza per indurre i bambini "a praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuale anche con l'uso di strumenti, con l'inserimento di suddetti strumenti nei genitali femminili delle bambine e uso lesivo dei suddetti strumenti in danno dei minori di sesso maschile". E' un altro dei punti del capo di imputazione del pm di Tivoli, Marco Mansi, nei confronti dei quattro indagati dei presunti abusi sessuali in danno di 21 bambini della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. Secondo il pm i quattro facevano assistere i bambini "o partecipare attivamente ad atti a sfondo sessuale in particolare toccamenti, percosse reciproche, sodomizzazioni, masturbazioni, penetrazioni, tra loro e altri soggetti non identificati". Sempre secondo la procura i bambini venivano sottoposti "a giochi a sfondo sessuale tra loro o con gli stessi indagati, denominati, secondo quanto riferito dalle giovani vittime, 'il gioco della puntura', 'il gioco del pisello', nel corso dei quali i bambini subivano penetrazioni o dovevano toccare i genitali degli adulti e altre zone erogene, commettendo (gli indagati) atti di violenza sessuale in gruppo e comunque i bambini riuniti nel medesimo posto".

DIFENSORI, RIPROPOSTI FATTI GIA' SMENTITI
"Siamo sorpresi perché vengono riproposte contestazioni già smentite". Così l'avvocato Roberto Borgogno, difensore di Patrizia Del Meglio e di Gianfranco Scancarello, insieme con l'avvocato Franco Coppi, commenta la chiusura indagini della procura di Tivoli sui presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio. "Si tratta di fatti - ha aggiunto - che sono stati già ritenuti infondati dal tribunale del riesame di Roma, dalla Cassazione e che non hanno trovato riscontro neanche nelle dichiarazioni fatte dai bambini in sede di incidente probatorio". "Ce lo aspettavamo", ha dichiarato Ippolita Naso, legale di Silvana Magalotti, l'esito dell'indagine della procura di Tivoli "era scontato". "Si tratta - ha detto l'avvocato Giosué Bruno Naso, legale anche lui della Magalotti - di una ostinata difesa dell'errore iniziale fatto dalla procura. Non c'é stato un minimo di onestà intellettuale per cercare di riconoscere e correggere questo errore. Una inchiesta, inoltre, fatta con grande dispiego di mezzi e energie e nella quale non si è tenuto conto ad esempio dell'esito delle analisi del Ris che non hanno trovato nulla sia nelle macchine, sia nelle abitazioni. E nel capo di imputazione si parla ancora di macchine e abitazioni".

PARTI CIVILI, INDAGINI E ACCUSE VALIDE
"Dopo due anni di indagine la procura di Tivoli dimostra una determinazione che può essere solo frutto di una ipotesi accusatoria validamente supportata dalle indagini". E' quanto sostengono gli avvocati Antonio Cardamone e Franco Merlino che difendono cinque famiglie di bimbi alunni della scuola materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio, presunti vittime di abusi sessuali. "Adesso pensiamo a tutelare e proteggere i bambini - aggiungono Cardamome e Merlino - molti dei quali sono ancora sottoposti a cure psicologiche per i traumi evindentemente subiti".



dal Corrieredellasera.it del 13 01.2009
GLI AVVOCATI DELLA DIFESA: «RIPROPOSTI FATTI GIÀ SMENTITI»
Rignano, l'accusa del pm:
«Minacce ai bimbi e ai genitori»
Chiuse le indagini sui presunti abusi nella scuola materna: quattro verso la richiesta di rinvio a giudizio

(Emmevi)
ROMA - Li hanno presi e «privandoli della libertà personale» li hanno portati «in abitazioni private, nel bagno o in un'aula o in un punto riparato sottostante la scuola frequentata dai minori, ovvero in altri luoghi non identificati». Si sono serviti dell'utilitaria di Marisa Pucci ma anche di un «pulmino-furgone sottraendoli e ritenendoli contro la volontà espressa o tacita dei rispettivi genitori». È quanto scrive il pm, Marco Mansi, nel capo di imputazione nei confronti degli indagati dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni di 21 bambini della scuola «Olga Rovere» di Rignano Flaminio. Gli indagati, oltre alla Pucci, sono le insegnanti Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e l'autore tv Gianfranco Scancarello. Per loro si va verso la richiesta di rinvio a giudizio. La Procura si prepara invece a chiedere l'archiviazione per un'altra insegnante, Assunta Pisani, per la bidella Cristina Lunerti e per l'immigrato cingalese Kelum Weramuni Da Silva.

LE ACCUSE - Secondo l'accusa i bambini sono stati indotti «con l'uso della violenza o minacce di danni fisici o di morte anche ai rispettivi genitori - a praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuale». «I bambini - scrive la procura - venivano sottoposti a giochi a sfondo sessuale tra loro o con gli stessi indagati, denominati, secondo quanto riferito dalle giovani vittime, 'il gioco della puntura', 'il gioco del pisello', nel corso dei quali i bambini subivano penetrazioni o dovevano toccare i genitali degli adulti e altre zone erogene, commettendo (gli indagati) atti di violenza sessuale in gruppo». Per il magistrato i reati, oltre che dalle maestre e dall'autore televisivo, sarebbero stati commessi in concorso con «soggetti non identificati in numero di cinque o più». Alle maestre, inoltre, viene contestata l'aggravante dell'abuso di autorità o relazione domestica o di ufficio «derivante dal fatto di essere in servizio appunto come maestre alla Rovere» e inoltre si contesta loro l'abuso del rapporto di custodia in relazione ai 21 bambini (che all'epoca dei fatti avevano dai tre ai cinque anni).

LA DIFESA - «Siamo sorpresi perché vengono riproposte contestazioni già smentite»: l'avvocato Roberto Borgogno, difensore di Patrizia Del Meglio e di Gianfranco Scancarello, insieme con l'avvocato Franco Coppi, commenta la chiusura indagini. «Si tratta di fatti - ha aggiunto - che sono stati già ritenuti infondati dal tribunale del Riesame di Roma, dalla Cassazione e che non hanno trovato riscontro neanche nelle dichiarazioni fatte dai bambini in sede di incidente probatorio». «Ce lo aspettavamo», ha dichiarato Ippolita Naso, legale di Silvana Magalotti, l'esito dell'indagine della procura di Tivoli «era scontato». «Si tratta - ha detto l'avvocato Giosuè Bruno Naso, legale anche lui della Magalotti - di una ostinata difesa dell'errore iniziale fatto dalla procura. Non c'è stato un minimo di onestà intellettuale per cercare di riconoscere e correggere questo errore. Una inchiesta, inoltre, fatta con grande dispiego di mezzi e energie e nella quale non si è tenuto conto ad esempio dell'esito delle analisi del Ris che non hanno trovato nulla sia nelle macchine, sia nelle abitazioni. E nel capo di imputazione si parla ancora di macchine e abitazioni».

IL CASO -In effetti su molti punti la ricostruzione del pm, un vero e proprio «viaggio nell'orrore», appare molto simile all'ordinanza di custodia cautelare del gip Elvira Tamburelli eseguita nell'aprile del 2007 e successivamente annullata dal tribunale del Riesame di Roma che dispose la liberazione degli indagati allora arrestati. Decisione, questa confermata, il 18 settembre successivo dalla Cassazione. «Allo stato delle investigazioni - si leggeva nelle motivazioni della decisione - è consentito rilevare che, se vi sono state violenze sessuali, esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce». In pratica la Cassazione invitava gli inquirenti a seguire una pista diversa da quella in base alla quale i presunti abusi sarebbero avvenuti in ambito scolastico. Secondo la Cassazione, inoltre, i genitori dei bambini vittime dei presunti abusi avrebbero, in qualche modo, esercitato una certa influenza sui bambini. Nel corso delle indagini furono svolti anche due incidenti probatori: uno vide coinvolti i minori presunte vittime di abusi, uno riguardò i numerosi oggetti sequestrati. Il primo in particolare riguardò l'acquisizione delle dichiarazioni dei bambini, previa valutazione della loro idoneità a testimoniare.

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