domenica 11 gennaio 2009

Disabile morta dopo rapina a Napoli: resiste il muro d'omertà

Un delitto compiuto su una disabile, indifesa , su una carrozzella, per rubarle la pensione, che muore d'infarto per lo spavento. Avvenuto in pieno giorno appena uscita dall'ufficio postale, dove avrebe potuto essere presente una "talpa" che individuasse la "preda più facile", incredibilmente sembra non avere testimoni.
Quanto potere ha la criminalità in questo paese vicino a Napoli, evidentemente più del senso di responsabilità civile, di solidarietà nei confronti dei più deboli che non sembrano essere valori condivisi in quel contesto sociale.

daIlMessaggero.it

Napoli: disabile morta, caccia ai banditi
Gli inquirenti: «Nessuno collabora»

CASANDRINO (10 gennaio) - Agli agenti del commissariato di polizia di Frattamaggiore, secondo quanto si è appreso, non sarebbero arrivati contributi utili da parte dei dipendenti dell'ufficio postale dove si era recata la donna, morta d'infarto ieri dopo una rapina a Casandrino (Napoli). Anzi, non ci si ricorda nemmeno di quella disabile in carrozzina e il fatto è stato segnalato alla magistratura.

Il video. La polizia sta visionando le immagini riprese dalle una dozzina di telecamere dell'ufficio postale. Gli inquirenti potrebbero risalire ai due banditi grazie alle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza posto all'esterno dell'ufficio postale di via Borsellino.

I due banditi, con il volto coperto dal casco, a bordo di una moto Transalp chiara hanno inseguito la donna, che si spostava su una carrozzina elettrica e che aveva appena ritirato 2000 euro dall'ufficio postale, fino a un vicolo vicino dove Felicia aveva cercato invano aiuto. Al citofono al quale aveva bussato non aveva infatti risposto nessuno. I due l'hanno avvicinata e picchiata. La donna ha avuto una grave crisi respiratoria, un malore che le ha provocato la morte.

Già rapinata in passato. Felicia era stata scippata degli orecchini e della borsetta. La seconda volta i malviventi non esitarono a scaraventarla giù dalla carrozzina elettrica sulla quale viva buona parte della sua giornata.

La rabbia dei familiari. I familiari della donna parlano degli assassini come individui peggiori degli animali, si chiede che venga fatta giustizia. I più giovani la additano come un esempio per il bene che la Castaniere era riuscita a fare agli altri.

Casandrino ricorda la donna. Profonda commozione il giorno dopo la tragedia. La gente del paese ricorda la grande generosità della presidente dell'associazione disabili, si guardano le foto delle feste organizzate con i più poveri, le sue iniziative per distribuire prodotti alimentari agli indigenti. Ma non manca chi sottolinea che le indagini per risalire agli autori della rapina non sono state aiutate a causa di un clima di omertà.

Il fratello: «Felicia non ha avuto paura e ha certamente fatto resistenza»
CASANDRINO (10 gennaio) - «Mia sorella non ha avuto paura e ha certamente fatto resistenza: ma quelli sono stati talmente feroci che stavolta non ce l'ha fatta». Alessandro Castaniere, fratello della donna disabile morta ieri dopo una rapina a Casandrino (Napoli), ricostruisce così gli ultimi istanti di vita di sua sorella.

«Io la conoscevo molto bene - continua lo sfogo, a fil di voce - e immagino quello che è successo. Mia sorella era una donna coraggiosa e di fronte alla prepotenza si indignava. Ha certamente provato a resistere, quando si sono avvicinati quei... non so neanche come chiamarli, neppure se dico 'animali' rende l'idea. Comunque, devono averla terrorizzata, l'impatto deve essere stato talmente feroce che non ce l'ha fatta».

«Era abituata ad avere a che fare con gente di ogni genere. Nella sua associazione - conclude - c'erano duecento iscritti, non viveva in una campana di vetro, era abituata a confrontarsi con tutti».

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