lunedì 26 gennaio 2009

La vittima di violenza a Roma: "Mi faccio giustizia da sola"

Da LaRepubblica .it del 26.01.2009

La ragazza dopo la decisione di concedere i domiciliari a Davide Franceschini
"Perché hanno liberato il mio aguzzino? Se la vittima fosse la figlia del giudice..."
La rabbia di Gaia, violentata a Capodanno
"Se non fanno giustizia, me la faccio da sola"


ROMA - "Se non fanno giustizia come si deve io giustizia me la faccio da sola. Se avessero fatto alla figlia del giudice quello che quel mostro ha fatto a me, volevo vedere cosa sarebbe successo". Gaia ha la voce strozzata dalla rabbia. La barista dei Castelli Romani, violentata in un bagno chimico alla Fiera di Roma, durante il veglione di Capodanno, ha risposto con indignazione e dolore, nel corso di un'intervista rilasciata a Studio Aperto, alla decisione del gip di concedere gli arresti domiciliari a Davide Franceschini, 22 anni, il suo stupratore. Ha 23 anni e l'idea della vendetta diventa il suo modo per chiedere giustizia.

Sotto shock per la decisione del magistrato, interpretata non come provvedimento restrittivo ma come un riconoscimento di non colpevolezza, i genitori della giovane vittima. "Poi dicono che la gente si fa giustizia con le sue mani - ha gridato la mamma di Gaia fuori dalla sua abitazione - perché non si è pentito subito, perché non si è costituito prima? Questo mi dovete dire. Dopo tutto quello che ha subìto anche questa altra umiliazione, povera figlia mia. Non è possibile un fatto del genere". "Non cerchiamo vendetta - ha detto invece lo zio - ma solo giustizia".

"Quello l'ha presa per il collo e a momenti l'ammazza mia figlia - rincara invece la dose il papà della giovane barista - è uno schifo, uno schifo vero. Sta succedendo un macello in giro per Roma e tu giudice lo cacci subito fuori? A me ha rovinato una figlia questo qui. Ma io l'ho detto: lui tutte le sere quando va a dormire deve pensare, "ma domani cosa mi potrà succedere?" tutte le sere lo deve pensare, per tutta la vita. Si può sposare, avere dei figli, tanto io non dimentico, io lo aspetto".

Intanto la procura di Roma sta valutando se chiedere il giudizio immediato per Davide Franceschini, panettiere di Fiumicino. Il pm Vincenzo Barba farà oggi un punto della situazione con il procuratore capo Giovanni Ferrara. Ma alla luce della confessione di Franceschini, da sabato agli arresti domiciliari, l'ipotesi di un ricorso al giudizio immediato, ossia di un processo in tempi rapidi, appare assai concreta. Un'eventualità di questo genere sarà comunque subordinata alla conclusione degli accertamenti tecnici. Tra questi il prelievo di eventuali tracce biologiche dalla biancheria intima della ragazza ed il loro confronto con quelle che si dovessero trovare sulla felpa di Franceschini.

"La giustizia deve fare il suo corso - ha detto la mamma del panettiere agli arresti domiciliari - e per questo noi non vogliamo parlare e non rispondiamo alle affermazioni forti del papà della ragazza". Il gip ha ritenuto che la confessione del giovane, il fatto che sia incensurato e il pentimento mostrato per quanto avvenuto giustificassero la sua scarcerazione. In carcere Franceschini, così come aveva fatto davanti agli agenti della squadra mobile capitolina, ha ribadito di aver stuprato la giovane sotto l'effetto di un mix di alcool e droga.

(Articolo di Federica Angeli e Flaminia Savelli)


Da IlGiorno.it del 26.01.2009
LO STUPRO DI CAPODANNO
La vittima: "Mi faccio giustizia da sola"
La ragazza vittima della violenza sessuale a Roma commenta la decisione di concedere gli arresti domiciliari al suo aggressore
Roma, 25 gennaio 2009 - “Se non si sbrigano a fare quello che devono fare, io giustizia me la faccio da sola”. Dopo la decisione di concedere al suo violentatore gli arresti domiciliari, la ragazza che la notte di capodanno ha subito una violenza a Roma, nei pressi della Fiera, commenta la vicenda in esclusiva ai microfoni di Studio Aperto.

”Tu ci devi scrivere sul giornale che se non fanno giustizia come si deve, io giustizia me la faccio da sola. Cosa direi al giudice? Gli direi - prosegue - che se l’avessero fatto a sua figlia vorrei vedere cosa faceva”.

A Studio Aperto interviene anche la mamma: “E’ una vergogna, tutti sono sconcertati di questo fatto perché non è possibile, dicono che c’è giustizia ma dov’è la giustizia? Mia figlia è distruttissima dopo tutto quello che ha subito anche questa umiliazione, non è possibile un fatto del genere”.


Il padre, infine, parla anche di una giustizia personale: “E’ uno schifo, ma vedi cosa sta succedendo in questi giorni a Roma e tu lo cacci subito fuori? Io ho detto che lui tutte le sere quando va a dormire deve pensare ‘domani che cosa mi può succedere?’, tutte le sere per tutta la vita. Si può sposare, avere dei figli: tanto io lo aspetto, non c’è problema”.

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