mercoledì 26 novembre 2008

Sentenza strage di Erba/5

Dall’agenza Ansa.it del 26novembre 2008 ore 20.00

STRAGE ERBA, ERGASTOLO PER I CONIUGI ROMANO
COMO - Ergastolo e isolamento diurno per complessivi tre anni. E' questa la pena inflitta dalla Corte d'Assise di Como a Olindo Romano e Rosa Bazzi, dopo quasi sette ore di camera di consiglio.

E' stata accolta con alcuni secondi di silenzio e poi con qualche applauso la sentenza al processo per la strage di Erba. I parenti delle vittime hanno ascoltato la lettura a testa china. I figli di Valeria Cherubini, la vicina di casa massacrata nell'eccidio, hanno ascoltato tenendosi abbracciati.

ANDREA FRIGERIO, LA PACE E' ANCORA LONTANA
"E' stata fatta giustizia, ma la pace è ancora lontana". Così Andrea Frigerio, figlio di Mario, l'unico sopravvissuto alla strage di Erba, e che nell'eccidio perse la madre Valeria Cherubini, ha commentato la sentenza dei giudici della Corte d'Assise di Como che hanno condannato all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi.

AVV. PACIA, TUTTO SECONDO COPIONE
"Tutto secondo copione, tutto previsto e calcolato". E' stato il primo commento dell'avv. Enzo Pacia, capo del pool difensivo dei coniugi Romano dopo la lettura della sentenza.

"A Como, lo sapevo, non poteva che finire così: sono stati dipinti come dei mostri e mostri dovevano essere". Così ha aggiunto l'avv.Pacia annunciando che la difesa ricorrerà in Appello. "Ci sono tre gradi di giudizio - ha aggiunto - e nella mia carriera ho visto un sacco di volte sentenze di ergastolo completamente capovolte". L'avv.Pacia ha poi aggiunto che è stato lui a consigliare ai suoi assistiti di non essere presenti alla sentenza. "Prevedevo quello che sarebbe successo e ho voluto risparmiare loro questo momento - ha detto -, soprattutto per Rosa che è una persona molto sensibile".

Il processo per la strage di Erba, conclusosi con la condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi è stato, ad avviso di uno dei loro difensori, Fabio Schembri, un "processo monco in cui i diritti difensivi sono stati compressi". Schembri ha parlato di "sentenza già scritta questa estate". Perché i suoi assistiti non erano presenti? "Perché sapevano di prendere l'ergastolo".




Dall’agenzia Adnkronos/Ign 26 novembre 2008 ore 19.41

Nel dicembre 2006 il massacro di 4 persone in via Diaz
Strage Erba, ergastolo ai coniugi Romano

Per Olindo e Rosa Bazzi previsto anche l'isolamento diurno per tre anni. Il pm: ''L'unica sentenza possibile''. La difesa: ''Era già scritta, ricorreremo in Appello''. Le motivazioni il 24 febbraio prossimo. L'imputato in aula: ''Dispiaciuti per le vittime''

ultimo aggiornamento: 26 novembre, ore 19:41
Como, 26 nov. (Adnkronos/Ign) - Dopo oltre sette ore di camera di consiglio i giudici della Corte d'Assise di Como, presieduta da Alessandro Bianchi, hanno condannato all'ergastolo i coniugi Romano, Olindo e Rosa Bazzi, per la strage di Erba avvenuta l'11 dicembre 2006 con il massacro di quattro persone.

Quel giorno nella corte di via Diaz morirono Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di soli due anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito, Mario Frigerio, si salvò solo perché creduto morto.

Ora a distanza di quasi due anni arriva la sentenza per i Romano: il massimo della pena prevista dal nostro ordinamento e anche l'isolamento diurno per tre anni, Una condanna che soddisfa in pieno le richieste dell'accusa. "L'ergastolo era l'unica sentenza possibile" ha commentato a caldo il pm Massimo Astori. "Non ha vinto nessuno se non la giustizia" sono state le parole del procuratore capo di Como, Alessandro Lodolini.

Il pubblico presente nell'aula del Tribunale di Como ha accolto il verdetto con un forte applauso. ''Finalmente i miei cari possono riposare in pace" ha dichiarato Azouz Marzouk. ''Veramente soddisfatto del lavoro del pm e di quanto deciso da giudici" è Carlo Castagna che non vuole parlare di ergastolo: ''E' una parola che mi angoscia''. Preferisce invece parlare di perdono e di fede cristiana: ''E' in quella che ho trovato la forza per me e per i miei figli di sostenerci a vicenda''.

In aula non era presente Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage, ma il suo commento è arrivato dal suo legale Manuel Gabrielli: "E' giusta la condanna all'ergastolo, ora, però, separateli. E speriamo che non escano mai più". Il testimone chiave dell'accusa ha pianto dopo aver saputo della sentenza e si è detto soddisfatto ma avanza un'ultima richiesta, quella di far scontare l'ergastolo alla coppia ''in due carceri separate". Frigerio, che nella strage ha perso la moglie Valeria Cherubini, non se l'è sentita di affrontare dal vivo l'udienza, in aula però c'erano i suoi figli Elena e Andrea. "E' stata fatta giustizia. Ma la pace, per noi, è ancora molto lontana" ha dichiarato il figlio di Frigerio.

La difesa dei Romano, che aveva chiesto l'assoluzione e, in subordine, la perizia psichiatrica, parla però di ''sentenza già scritta'' ed ha annunciato il ricorso in Appello.

Per conoscere le motivazioni bisognerà attendere il 24 febbraio prossimo. Il presidente della Corte Bianchi ha inoltre stabilito le provvisionali per le parti civili: 60.000 euro per Azouz Marzouk, che nella strage ha perso la moglie e il figlio di due anni, 300.000 euro per Mario Frigerio e 100.000 euro ciascuno per i suoi figli, Elena e Andrea. I coniugi Romano dovranno pagare anche le spese legali. I risarcimenti completi saranno invece stabiliti in sede civile.

Oggi in aula Olindo ha ribadito l'innocenza sua e della moglie Rosa esprimendo il loro ''più sincero dispiacere per le persone che sono morte, per i familiari e per le persone che gli vogliono bene''.

Olindo è tornato con la mente al giorno delle confessioni 'estorte'. Era il 10 gennaio 2007 quando ''indotti nella disperazione, confusi, smarriti, soli, ci siamo fidati a vicenda, sbagliando ma ci siamo fidati''. Poi, ha ricordato l'amore per la moglie: ''Io e Rosa ci amiamo come il primo giorno, come il giorno del nostro matrimonio. Io farei qualsiasi cosa per lei e lei lo farebbe per me. Non siamo come ci hanno descritto, siamo esseri umani''. Olindo ha parlato di una ''vita di solitudine e di sofferenza. Come noi soffriamo noi comprendiamo il vostro dolore e la vostra sofferenza'' ha detto rivolgendosi ai familiari delle vittime presenti in aula. La famiglia Castagna, però, non si è trattenuta e insieme al pubblico presente ha urlato 'assassini'.

L'ultima udienza del processo di primo grado si è aperta con un colpo di scena. Un fax dal quale emergono i dubbi di Azouz Marzouk circa le responsabilità degli imputati. Chiamato in aula a spiegare il senso di alcune sue affermazioni, l'uomo però ha chiarito: ''Non ho nessun dubbio che sono stati loro. Sono solo preoccupato per i miei genitori''.

Il fax è stato inviato da un uomo che ha raccolto le dichiarazioni del tunisino durante il tragitto di ritorno, dopo l'ultima udienza, verso il carcere di Vigevano dove è detenuto per spaccio di droga. Marzouk ha riferito che una persona sconosciuta si sarebbe fatta viva con i suoi familiari che vivono in Tunisia sollevando delle perplessità sulla colpevolezza dei Romano. Dubbi anche sulla ricostruzione della strage.

Marzouk ricostruisce la vicenda e chiarisce: ''Sono solo preoccupato per la mia famiglia. Loro non sono innocenti''. Il tunisino ha parlato con i familiari, che vivono in Tunisia nei giorni scorsi. ''Una persona che non conosciamo - gli ha raccontato la madre - dice che quelli non sono i responsabili. Datemi il numero di Azouz che lo contatto io''. Quindi a casa dei suoi si è presentato un tunisino, che non è però del loro paese. L'uomo non avrebbe fornito piste alternative per spiegare la strage, chiedendo il numero di Marzouk senza lasciare il suo. ''Se ho bisogno mi ripresento da solo'', ha affermato lo sconosciuto. L'uomo, però, non si è più fatto vivo.

In aula, il presidente Bianchi, oltre al fax datato 24 novembre, ha letto una relazione compilata ieri da un vicecommissario in cui si sottolinea che ''i dubbi sulla ricostruzione dei fatti e sulla colpevolezza degli imputati si è rafforzata in Azouz nelle ultime settimane e soprattutto dopo la telefonata con i genitori''. Ma il tunisino nega incertezze circa la colpevolezza degli imputati: ''Ho paura solo per i miei genitori, ma gli imputati sono colpevoli. Non ho dubbi''.

La difesa dei coniugi ha definito la notizia 'sconcertante' e di ''capitale importanza''. Da qui la richiesta di ulteriori approfondimenti. Istanza respinta dai giudici. Quello sconosciuto, descritto semplicemente come ''un tunisino'', non è identificabile, spiega il presidente Bianchi. Per il giudice, i dubbi di Azouz sono ''evanescenti e privi di reali spunti investigativi''. Il presidente sottolinea quindi che sono ''impossibili eventuali riscontri istruttori''. Dubbi ''non motivati'' che non hanno reso necessari ulteriori accertamenti.

Il pm Astori, da parte sua, spiega le novità emerse come un tentativo da parte di Marzouk di ''rubare la scena in vista di momenti più plateali e ritardare l'espulsione (prevista per il prossimo 1 gennaio, ndr) che non ha mai digerito''

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