giovedì 27 novembre 2008

Analisi articoli sulla sentenza della strage di Erba

Le fonti giornalistiche prese in esame presentano molti elementi in comune, proviamo ad evidenziarne alcuni:
1) le dichiarazioni del pubblico ministero Astori:
2) le dichiarazioni dei difensori dei coniugi Romano:
3) le dichiarazioni dei familiari delle vittime;
4) il presunto colpo di scena dei dubbi espressi da Marzouk ad una guardia durante il tragitto verso il tribunale, riguardanti presunti dubbi sulla colpevolezza dei Romano e subito ridimensionati e ritrattati.

Elementi discordanti solo nella voce controcorrente dell'intervista al gionalista de IlGiornale.it Felice Manti, riportata da Crimeblog:
1) dubbi sulla ricostruzione della dinamica della strage considerando la relazione dei Ris;
2) dubbi sulla causa e dinamica del decesso della vittima moglie di Frigerio, secondo la perizia del Prof.Torre e dell'anatomopatologo che ha eseguito l'autopsia

Se tentiamo di tirare le fila di queste opposte posizione sullo stesso argomento "Ergastolo, giustizia è stata fatta", "..E se fossero innocenti.." diventa subito evidente quanto non sia possibile operare una mediazione o si è colpevolisti, l'assoluta maggioranza dei pareri, o innocentisti, una sparuta minoranza.
Di fronte ad eventi mediatici di questa portata con il coinvolgimento delle emozioni "viscerali" delle persone anche non direttamente colpite, ma interessate ai fatti, documentate anche dai commenti dei lettori alle notizie delle varie testate gioranlistiche, occorre operare un ragionevole distacco per interpretare gli eventi limitando l'influenza dei condizionamenti mediatici e formarsi un'opinione personale, frutto di ragionamento e non solo di emozioni "a caldo".

In primo luogo dovremmo domandarci il motivo per cui soltanto ora si sollevano dubbi molto deboli, ma comunque esistenti sulla colpevolezza degli imputati, a sentenza resa pubblica.
In secondo luogo, come mai la sentenza di ergastolo non è stata appresa con lo stesso sentimento di vittoria, o con sfumature diverse, di giustizia raggiunta, o di angoscia dalle parti coinvolte, dalla pubblica accusa alle parti civili.

Da cosa può essere dettata questa differenza di visione, presente anche nei commenti dei lettori?

Per spiegare occorre estraniarsi dal contesto e parlare in termini generali, secondo la psicologia che indaga sulle modalità di costruzione dei giudizi nelle persone.

Ognuno di noi giudica gli eventi secondo una modalità che è dettata dall'insieme dei fattori di personalità, cultura, nel senso di strumenti culturali, scolarizzazione, istruzione, apppartenenza a classe sociale, ruolo rivestito nel proprio contesto di vita, esperienze pregresse, modelli e schemi di comportamento: queste caratteristiche sono ritenute abbastanza stabili se confrontate con il ruolo delle emozioni che acquistano un peso maggiore, ma più labilità quando si ha a che fare con situazioni di pericolo di vita per sè o per altri.

In sintesi, ognuno di noi giudica secondo il proprio personalissimo "mix" di conoscenze ed emozioni che si situa su un continuum dinamico che può oscillare da un polo, massima razionalità e discernimento, verso il polo opposto, le emozioni più primitive non mediate.
E' importante sottolineare che persone con struttura di personalità meno solida. o con scarsa disponibilità di strumenti di conoscenza sono facilmente condizionabili dall'opinione dominante.

Nessun commento: