mercoledì 5 novembre 2008

Pensieri e riflessioni sul'omicidio di Chiara Poggi

La lettura di alcuni particolari della ricostruzione trapelati dalla relazione dei Ris sull’omicidio di Chiara mi ha suscitato alcune riflessioni.
Il fatto che la ragazza fosse ancora viva e che avesse lottato per difendersi dal suo aggressore, cercando di sfuggirgli, lasciando impronte insanguinate da trascinamento, mi fa immaginare tutto l’orrore che deve aver vissuto la ragazza, la sua sorpresa per un’azione così violenta e inaspettata, il disperato tentativo di contrastare chi la voleva morta a tutti i costi.
Emerge un quadro di crudeltà, se possibile, ingigantita dal fatto di conoscere, aver provato sentimenti per colui che in quel momento avrebbe posto fine alla sua vita.
Una vita senza ombre da brava ragazza di provincia con i sogni delle ragazze della sua età, con i progetti da realizzare e un futuro da costruire. Tutto infranto in pochi momenti. Ci si chiede immediatamente il perchè una simile tragedia sia potuta accadere, senza un’avvisaglia. Questa domanda deve trovare ancora una risposta definita, si possono formulare soltanto ipotesi che non sarà possibile verificare senza un esplicita dichiarazione.
Possiamo supporre che il fatto sia avvenuto senza premeditazione, forse a seguito di un violento litigio il cui l’aggressore abbia perso il controllo e siano venute meno le capacità inibitorie e sia passato all’azione criminale, oppure, che possa essere accaduto dopo un penoso ripensare ad incomprensioni che si susseguivano; tutte ipotesi che non possono avere valore esplicativo perché occorrerebbe entrare nelle menti dei protagonisti, vittima ed aggressore: per onestà intellettuale e correttezza di informazione occorre fermarsi per evitare di focalizzare l’attenzione su ipotesi senza fondamento scientifico.
Le motivazione all’azione violenta che poi sfocia in omicidio è indagabile, occorre scandagliare la personalità del soggetto che si macchia di questo reato, e il nostro ordinamento non lo prevede, la perizia si può disporre soltanto per appurare la capacità di intendere e volere e non per fare ricerca sulla personalità dell’indagato.
Possiamo comunque documentarci per comprendere almeno in linea teorica le motivazioni dell’agire violento e farci un’opinione con qualche briciola di conoscenza in più.

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