giovedì 13 novembre 2008

Delitto di Niscemi, cosa trasforma tre minorenni in assassini crudeli

La sentenza di colpevolezza e condanna al massimo della pena per i tre autori del feroce assassinio di Lorena non solleva dal dolore i genitori della ragazza che ritengono ancora troppo lieve questa pena e soprattutto non certa la sua effettiva espiazione.
I particolari efferati dell'omicidio commesso dai tre minori suscitano domande su come sia stato possibile, per degli adolescenti, giungere con tanta determinazione e crudeltà ad infierire fino ad uccidere, quella che, fino a poco tempo prima era stata una loro amica. In breve, quali possano essere stati i meccanismi psicologici che possano avere attivato la reazione violenta premeditata.
Per correttezza non conoscendo nè gli atti, nè gli imputati, posso parlare soltanto in linea teorica e generale quindi non ascrivibile ai soggetti condannati.

Il primo aspetto che occorre considerare riguarda la precoce attività sessuale da parte dei protagonisti della vicenda. La sessualità ha un ruolo complesso nella crescita e sviluppo armonico della personalità, quando i soggetti non hanno ancora raggiunto un livello di maturazione non solo fisica, ma soprattutto psicologica, l'attività sessuale mira al soddisfacimento di desiderio narcisistico ed autocentrato, che non tiene conto dei pensieri e dei desideri del partner per imcompetenza emotiva, per incapacità di entrare in sintonia con la mente dell'altro.
La sessualità vissuta in questo modo non ammette che possano esservi responsabiltà durante l'esercizio del potere del proprio desiderio, che dirige le azioni e i pensieri, in cui l'altro, che pur determina attivamente il piacere cercato,
non ha alcun valore, anzi non esiste in quanto persona , ma oggetto che procura sensazioni gradite. Questo processo di reificazione della persona prelude a conseguenze nefaste: quando non si attribuiscono agli altri pensieri, emozioni possibili, quando si spoglia la persona della suo essere componente del consorzio umano, ogni genere di atrocità può diventare reale e può esere agita senza alcun rimorso, o emozione.

Esiste anche una spiegazione neurobiologica proposta da Fonagy e Target nel 1997: di fronte a situazioni particolarmente stressanti la mente potrebbe rispondere con un'inibizione adattiva delle sue capacità mentalizzanti, che potrebbe essere mediata da un blocco temporaneo delle fibre di collegamento interemisferico del corpo calloso e di circuiti specifici all'interno dell'emisfero destro. Ciò potrebbe anche almeno in parte spiegare, per esempio, perchè individui responsabili di crimini di guerra o genocidi, pur essendo capaci di relazioni empatiche con familiari ed amici, possono manifestare atteggiamenti freddi e distaccati quando commenttono crimini contro persone o contro l'umanità.

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