giovedì 20 novembre 2008

Duplice omicidio di Enego del 2005 e test del Dna

Recentemente, il 16 novembre, il Gattezzino.it testata online della provincia veneta, ha pubblicato la notizia sugli esiti dei test del dna eseguiti per individuare i colpevoli. La questione che solleva, una schedatura di tutta la popolaziona maschile del piccolo paese è di notevole interesse e merita approfondimenti.
Iniziamo con il considerare l'articolo originale di Luca Pozza, seguiranno altre analisi e riflessioni.

Dal Gazzettino.it del 16/11/2008
Enego:
A tre anni dalla morte ...


Enego

A tre anni dalla morte continua a restare un mistero la tragica fine dei coniugi Domenico Miola, 83 anni, e della moglie Angela Valle, 79 anni, assassinati a bastonate, nel tardo pomeriggio del 17 novembre 2005, nella loro casa di Enego. I risultati della quasi totalità dei test del Dna, avviati nella scorsa primavera, hanno dato esito negativo: si tratta dell'ennesima delusione per chi sperava - a cominciare dai cinque figli della coppia, che vivono in pianura, ma anche per il migliaio di residenti del piccolo comune dell'Altopiano di Asiago - in qualche indizio che potesse finalmente far luce su uno dei più efferati delitti degli ultimi anni nel Vicentino.
L'ennesimo tentativo (forse l'ultimo, anche se il "caso" rimane per il momento aperto) era stato fatto nel maggio scorso, quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza, avevano deciso di sottoporre ad uno screening (in rigoroso ordine alfabetico) tutti i maschi maggiorenni residenti ad Enego, che si era concluso a fine mese. Proprio con l'obiettivo di non lasciare nulla al caso ad inizio giugno erano state raccolte le impronte anche degli stranieri (una trentina in totale), che all'epoca dei fatti, tre anni per l'appunto, si trovavano ad Enego per lavoro. A due muratori romeni, che nel frattempo erano tornati in patria, era stato spedito un invito a presentarsi in Altopiano.
La decisione di "schedare" tutti gli abitanti eneghesi aveva avuto anche strascichi polemici, soprattutto quando era circolata voce (poi seccamente smentita) che al test si sarebbero dovuti sottoporre anche le donne residenti in paese. Dello screening collettivo si era occupata, lunedì 12 maggio, anche la trasmissione di Rai3 "Chi l'ha visto": in quella occasione decine di residenti erano scesi nella centralissima piazza San Marco, esprimendo a più riprese lo stesso concetto: «L'assassino non è di queste parti». Poi la decisione di allargare la schedatura agli stranieri, ma come detto i test eseguiti e le impronte digitali raccolte dagli inquirenti (e trasmessi per le analisi ai Ris di Parma) hanno dato esito negativo.
L'impressione è che la vicenda dell'uccisione dei coniugi Miola possa andare verso l'archiviazione. Infatti, a questo punto, l'unica possibilità di trovare l'assassino, oltre a quella di una confessione, riguardano la possibilità che lo stesso possa lasciare tracce biologiche che un domani siano confrontate con quelle attualmente in mano agli investigatori. Un'ipotesi improbabile, anche se va ricordato che sul delitto di Enego i Ris di Parma sono in possesso di migliaia di informazioni che potranno sempre essere riprese in qualsiasi momento per dare spiegazione a uno dei più atroci e incredibili misteri della storia giudiziaria altopianese. Una storia che sembra destinata a restare nel cuore degli eneghesi, che difficilmente dimenticheranno una coppia benvoluta da tutti (lui ex sindaco e lei maestra in pensione che aveva fatto scuola a generazioni di compaesani) che qualche mese prima del novembre 2005 avevano festeggiato le nozze d'oro.
Sulla vicenda il sindaco del paese, Igor Rodeghiero, si limita a rilasciare solo poche battute. «Per rispetto della famiglia - spiega il primo cittadino - preferirei non commentare nulla. Dall'esterno posso solamente dire che gli inquirenti hanno fatto un grandissimo lavoro, ma anche da parte dei miei cittadini c'è stata la collaborazione massima. A noi tutti rimarrà un ricordo affezionato dei coniugi Miola».
Luca Pozza

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