mercoledì 5 novembre 2008

Una spiegazione dell'agire violento che può sfociare nell'omicidio

Prendiamo in considerazione l’autorevole punto di vista di Gianluigi Ponti nel suo manuale “Compendio di criminologia”, Raffaello Cortina editore,1999, pag 345 e seguenti:
"…..La delittuosità aggressiva si realizza quando le pulsioni aggressive vengono agite in una forma non ammessa, come modalità diretta di ledere o sopprimere gli antagonisti.
....Il delitto per motivazione psicologica direttamente aggressiva si realizza nel momento in cui le pulsionalità violente prevalgono sulle controspinte e si dirigono verso la persona fisica dell’avversario con conseguente attuazione di reati lesivi dell’integrità fisica, come percosse, sevizie, sadismi,omicidi.
…..Possono riscontrarsi delitti nei quali la condotta aggressiva è transitoria quale effetto di una diminuzione momentanea delle normali capacità inibitorie per discontrollo emotivo (ad. Es. nel corso di risse, di litigi, per gelosia,odio, vendetta, passionalità), in altri casi il delitto è invece l’espressione di una modalità individuale di interagire con il prossimo in modo violento, perchè l’aggressività appare insita nello stile di vita della persona.
…. Il delitto che è più direttamente espressione di intense valenze aggressive e che rappresenta la più rilevante ed emblematica forma di violenza è l’omicidio.
….. Le motivazione ad uccidere sono le più diverse: esse vanno dall’intento lucrativo, per ideologia, per fanatismo,per odio come per amore, in stato di rabbia o in tutta tranquillità, con la mente ottenebrata dall’ira o con il pieno controllo emotivo, per gelosia o per invidia con o senza premeditazione. Si commettono omicidi per qualsiasi motivo e si potrebbe dire che, essendo talmente violenta la natura di alcuni uomini, tutte le ragioni sono buone per uccidere."

Per semplificare possiamo affermare che la violenza è una delle componenti ineliminabili dell’agire umano, ma è possibile controllarla con vincoli di natura culturale, ad esempio sublimandola ed incanalandola in comportamenti socialmente accettati come l’arruolarsi in corpi speciali, intraprendere una carriera militare o all’interno di forze di pubblica sicurezza o praticando sport agonistici.
Tutto funziona bene fino a che siamo in grado di controllare gli impulsi aggressivi, ma, quando, per motivi diversi, salta il controllo, possiamo veramente commettere un reato anche gravissimo.
Ci deve far particolarmente riflettere il fatto che non soltanto gli individui violenti per stile di vita, ma anche persone considerate miti, “normali” in un istante possono trasformarsi in feroci assassini , senza alcuna avvisaglia, senza segni premonitori.
Come difendersi allora?
Risposta non facile, ritengo che sia sempre utile comunque prestare una grande attenzione al modo di agire delle persone che conosciamo, anche se non ci garantisce una difesa contro un evento improvviso e imprevedibile, potrebbe rivelarsi un modo per aiutare quelle persone in un momento di difficoltà transitoria, perché la nostra attenzione significa interesse e vicinanza, comprensione del disagio dell’altro e umana solidarietà.

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