lunedì 17 novembre 2008

Analisi degli articoli sulla strage di Erba

I tre articoli affrontano in modo simile il tema e sono evidenti gli elementi in comune che derivano dalla fonte di agenzia.
Innanzi tutto ricorre in tutti la frase effetto della requisitoria del pubblico ministero Astori; "Oggi ripercorriamo un viaggio nell'orrore", quindi continuano con la descrizione di come siano avvenuti gli omicidi, infine quella che è definita macabra contabilità dei colpi inferti, 76 ,distinti in diverse tipologie.
Questi primi elementi hanno la funzione di innescare l'interesse del lettore con un richiamo al ricordo della visione della strage cruenta, i particolari delle esecuzione degli omicidi trattengono il lettore, al quale, improvvisamente, viene rivelata la dichiarazione del padre e nonno, marito di tre delle vittime, che annuncia di non voler il carcere a vita per i due imputati, ma, piuttosto un ravvedimento e un loro recupero alla società civile.
Dall'orrore al perdono la sensazione di chi legge è di disorientamento, quando ci si aspetterebbe una richiesta di giustizia esemplare, di massima pena commisurata alla gravità della strage, ecco invece irrompere un'apertura al perdono, difficile da comprendere per il senso comune, non per i valori morali del signor Castagna.
I successivi passi riguardanti preannunciate dichiarazioni spontanee di Olindo Romano e la presenza di curiosi che desiderano assistere all'udienza non sorprendono, sembrano far parte di un repertorio già scritto.

La curiosità che spinge gente comune nelle aule di giustizia con l'intento di vedere da vicino gli assassini,in questo caso in coppia, con la speranza di scrutare e scoprire segni di emozioni sui loro volti, ha anche una funzione di regolazione dell'ansia derivante dal timore che fatti così gravi possano maturare in contesti così familiari e comuni come quelli condominiali.
Quanti possono affermare di non avere un vicino insopportabile nel proprio condomino?

La strage di Erba ha avuto come effetto secondario quello di attirare l'attenzione sulla diffusissima litigiosità condominale, che ha dato alla cronaca numerosi casi di omicidi maturati fra le mura domestiche.
Da quel momento è aumentata la percezione di insicurezza in presenza di liti condominiali in atto.
Il fatto che oltre il 50% delle cause civili abbia per oggetto liti condominali deve far riflettere più in profondità sulle cause possibili.
In linea teorica e generale si può affermare che il sentimento di tolleranza nei confronti dei comportamenti del prossimo non in linea con i nostri è sensibilmente diminuito, la soglia di tolleranza abbassandosi a tal punto che futili motivi possono scatenare repertori di comportamenti molesti, se non addirittura violenti.
Ma cosa si nasconde in questa insofferenza? Domanda di non facile risposta e soprattutto non univoca: molti fattori possono aver influito, da caratteristiche di personalità al disagio sociale, alla crescenti difficoltà economiche, all'avversione per i "diversi" per provenienza geografica o cultura.
Rimane il fatto che oggi, se ci è possibile, cerchiamo di evitare i contatti con i vicini di casa, se non proprio costretti dalle formalità

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