mercoledì 26 novembre 2008

Sentenza strage di Erba/4

Da Il messaggero.it del 26 novembre 2008
Strage di Erba, ergastolo a Olindo e Rosa
Isolamento diurno per tre anni

COMO (26 novembre) - Ergastolo e isolamento diurno per tre anni. Questa la condanna decisa dai giudici della Corte d'Assise di Como, dopo oltre sei ore di camera di consiglio, per Olindo Romano e Rosa Bazzi, ritenuti responsabili della strage di Erba. Per i coniugi il massimo della pena prevista dal nostro ordinamento, e una condanna che soddisfa appieno le richeste dell'accusa. «L'ergastolo era l'unica stentenza possibile», ha commentato il pubblico ministero. Per la difesa si è trattato invece di una sentenza già scritta: «Ora ricorreremo in appello», fanno sapere.

La difesa aveva chiesto l'assoluzione o una perizia psichiatrica. La Procura aveva chiesto invece l'ergastolo, ritenendo i Romano gli autori dell'uccisione, l'11 dicembre 2006, di Raffaella Castagna e di suo figlio Youssef di 2 anni, della madre della donna Paola Galli, e di una vicina di casa, Valeria Cherubini, nonché del ferimento del marito di quest'ultima, Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage. Proprio la sua testimonianza è stata uno dei punti centrali dell'accusa.

La rivelazione di Azouz. La giornata di oggi è stata caratterizzata dalla rivelazione di Azouz Marzouk: uno sconosciuto avrebbe contattato i suoi genitori raccontandogli che Olindo e Rosa non erano gli assassini. In un fax lo stesso Marzouk avrebbe espresso delle incertezze. In aula Azouz (padre, marito e genero di tre delle quattro vittime della strage), ha però spiegato che il fax era legato alla «preoccupazione» per i suoi genitori per la visita di una persona sconosciuta, e di «non avere dubbi» sul fatto che fossero stati Olindo e Rosa i responsabili del delitto.

Poi aveva di nuovo parlato Olindo, che ancora una volta si è professato innocente con la moglie. «Ribadisco la nostra innocenza. Esprimo il nostro più sincero dispiacere per le persone che sono morte, per i familiari e le persone che gli vogliono bene», ha detto, mentre dalla famiglia Castagna e dal pubblico presente in aula si è levato alto il grido “assassini”.

«Io e Rosa ci amiamo». Olindo ha parlato della sua Rosa: «Io e la Rosa ci amiamo come il primo giorno. Io farei qualsiasi cosa per lei come lei lo farebbe per me. Non siamo come ci hanno descritto, siamo esseri umani». Poi il ricordo della sera della strage, quando «la vita di tante persone è cambiata e anche la nostra». Parla di una vita «di solitudine e sofferenza. Come noi soffriamo, noi comprendiamo il vostro dolore e la vostra sofferenza». Alla fine Olindo torna a parlare di confessioni «estorte dai carabinieri. Eravamo confusi, smarriti, soli, ci siamo fidati a vicenda».

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