sabato 22 novembre 2008

Analisi comparata dei Dna database in U.S.A e in U.K. con l'Italia

Gli articoli dai giornali online americani e i documenti ufficiali dell'Home Office del Regno Unito e dei Servizi di laboratorio dell'Fbi tracciano una situzione molto dettagliata e promettente di sviluppi nel futuro, anche nella direzione di Dna database continentali, ad esempio dell'Unione Europea, con comunicazione delle banche dati nazionali con un sistema centrale europeo, per combattere il crimine sempre caratterizzato da transnazionalità soprattutto se pensiamo ai reati di terrorismo.
In Gran Bretagna, Regno unito, la popolazione di cui si possiede il profilo genetico ammonta al 5.2% degli abitanti di tutta la nazione, il Dna database inglese conteneva nel 2005 oltre 3,4 milioni di profili genetici, diventando la più vasta esistente, contro lo 0,5% della popolazione degli Usa di cui si possiede un profilo.
Si moltiplicano le applicazioni del Dna database: non soltanto per individuare gli autori di reati, ma anche per riconoscere cadaveri o resti umani di sconosciuti, oppure per indentificare le vittime di catastrofi naturali come uragani, terremoti o incidenti aerei o navali. E' utillizzato anche per cercare persone scomparse.

In Italia era prevista l'istituzione della banca dati del Dna all'interno del pacchetto sicurezza varato dal governo, ma per resistenze è stato stralciata e per il momento congelata.
L'esperienza degli altri Paesi dovrebbe far riflettere: se intendiamo combattere il crimine con sempre più forza ed efficienza occorre fornire gli strumenti, anche scientifici, adeguati. In caso contrario affronteremo la lotta all'illegalità e al crimine con armi "spuntate".

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