lunedì 10 novembre 2008

I giudici di Perugia ascoltano nuovi testimoni

I giudici di Perugia ascoltano nuovi testimoni per il delitto Meredith Kercher

Lontano dai riflettori prosegue l’iter processuale per l’omicidio di Meredith, i giudici acquisiscono nuove testimonianze per completare il quadro di elementi utili per il dibattimento. Il significato di nuovi sviluppi in un caso che vedrà i due accusati Amanda Knox e Raffaele Sollecito in udienza preliminare il 4 dicembre, (ricordiamo che l’altro accusato Rudy Guede è già stato condannato con rito abbreviato a 30 anni di carcere) risiede nella incessante ricerca da parte dei magistrati di tutti gli elementi utili a formulare un giudizio costruito sulla maggior e miglior conoscenza possibile dell’evento storico che è stato il delitto.
Infatti poiché abbiamo a che fare con un evento avvenuto nel passato ( non un evento fisico ripetibile ad. es. in laboratorio) l’unica conoscenza possibile deriva dalle inferenze che la ricostruzione del crimine, comprensiva delle testimonianze e prove scientifiche raccolte, consente di rilevare.
Approfondiamo questo concetto generale.

Alcuni studiosi (Piero Calamandrei in Opere giuriche, I Napoli, 1965, pag 393 ss), ritengono che il giudice nel decidere assomigli di più allo storico. Il compito dello storico è quello di ricostruire come si è svolto un fatto che è avvenuto nel passato e che ha cessato di esistere. Si tratta di un fatto non ripetibile , che può essere conosciuto soltanto attraverso le tracce che ha lasciato nel mondo reale o nella memoria degli uomini. Da tali tracce (elementi di prova) lo storico ricava l'esistenza di un fatto nel passato. Gli strumenti, dei quali si serve, consistono nelle prove rappresentative e indiziarie. Ove non sia presente una prova rappresentativa (es. un testimone oculare, un documento o un filmato), lo storico utilizza, per accertare i fatti del passato, le tracce che ancora oggi sono presenti. Si tratta della prova critica (o indiziaria): ad un fatto provato l'inquirente applica una regola di esperienza che gli permette di accertare ciò che è probabile sia avvenuto nel passato.

Per altri studiosi (M.Taruffo, La prova dei fatti giuridici, Milano, 1992, pag.307 ss), il giudice, nel decidere, somiglia maggiormente allo scienziato.

Secondo Paolo Tonini, Ordinario di Procedura Penale Università di Firenze, il giudice svolge un ragionamento differente da quello dello storico e da quello dello scienziato; la peculiarità sta nelle norme processuali che regolano i passaggi logici e temporali della sua decisione. Se mai, quello dello storico e quello dello scienziato sono due metodi di accertamento entrambi posti a disposizione del giudice, che li accoglie nei soli limiti che gli sono imposti dal diritto, e ciò per un motivo rilevantissimo: deve permettere la verifica di credibilità della fonte e di attendibilità dell'elemento di prova e deve rispettare il principio del contraddittorio. (P.Tonini, Progresso tecnologico, prova scientifica e contraddittorio,in La prova scientifica nel processo penale
Cedam Padova, 2007, pag 50 ss)

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