lunedì 17 novembre 2008

Strage di Erba/2

Da LaRepubblica.it del 17 novembre 2008

Dopo sette mesi di pausa, a Como i coniugi Romano di nuovo in aula
devono rispondere di 4 omicidi, tre premeditati, e di un tentato omicidio
Strage di Erba, riprende il processo

"Oggi un altro viaggio nell'orrore"Udienza incentrata sulla requisitoria del pm che ha parlato di ergastolo
Carlo Castagna: "Non voglio per loro il carcere a vita, devono pentirsi"
COMO - "Oggi faremo un altro viaggio nell'orrore, perché questo processo è stato tutto un viaggio nell'orrore". Così il pm di Como Massimo Astori, dopo 7 mesi di pausa, ha cominciato la sua requisitoria nel processo per la strage di Erba dell'11 dicembre 2006, che vede imputati i coniugi Rosa Bazzi e il marito Olindo Romano. L'uomo prima confessò gli omicidi, quindi ritrattò accusando di gli inquirenti di avergli fatto il lavaggio del cervello, dichiarandosi quindi innocente.

Il magistrato ha lasciato intendere che chiederà l'ergastolo per i due coniugi. "Ripercorrerò tutte le tappe della vicenda affinchè voi giudici possiate scrivere quella parola che si chiama ergastolo" ha detto. La requisitoria del pm occuperà l'intera giornata.

In aula ci sono quasi tutti: manca il supertestimone Mario Frigerio ("Non sta molto bene", ha spiegato il suo legale), ma ci sono i due figli. C'è Azouz Marzouk, il tunisino marito e padre di due delle vittime, attualmente detenuto per spaccio di droga, sta facendo da circa due settimane lo sciopero della fame per protestare contro la sua espulsione che scatterà il 1 gennaio prossimo. In aula c'è anche Carlo Castagna, con i figli. L'uomo nella strage perse la moglie, la figlia e il nipotino Youssef di poco più di due anni, ma oggi si augura che i due coniugi non vengano condannati all'ergastolo. "Io non voglio il carcere a vita per loro due" ha detto Castagna, "dico che loro devono trovare il coraggio di percorrere quel cammino di ravvedimento e di pentimento. Devono chiedere il perdono solamente a qualcuno che sta molto in alto".

Il pm Astori ha quindi cominciato a ricostruire i rapporti tra gli imputati e le vittime: "Raffaella Castagna, Azouz Marzouk erano un'ossessione, li odiavano". Olindo Romano, inoltre, "spiava i vicini di casa, ne calcolava gli orari".


La requisitoria, che dovrebbe durare circa 7 ore, viene inframmezzata da brevi flash relativi alle registrazioni delle confessioni che marito e moglie resero due giorni dopo l'arresto e poi clamorosamente ritrattate. Rapidamente il magistrato ricostruisce la sera della strage: "Quei 20-25 minuti di inferno". Descrive come furono uccise le quattro vittime, ricorda "come nella prima udienza dissi che su quella strage vi era la firma degli autori. Riteniamo di averlo dimostrato".

Astori spiega: "Ad agire due mani, una sicuramente di un uomo forzuto come Olindo, l'altra debole di una donna e mancina". In pochi minuti gli assassini hanno inferto complessivamente 76 colpi tra sprangate e coltellate contro Raffaella Castagna, la mamma Paola Galli e il figlioletto Yussuf, e poi contro Valeria Cherubini e il marito Mario Frigerio ridotto in fin di vita. Il pm spiega la successione degli omicidi e si sofferma a lungo su come fu ucciso il bambino e da chi. Nel suo viaggio nell'orrore, Astori, spiega quindi come si è arrivati ad individuare nei coniugi Romano gli assassini: "ci si è resi conto che chi aveva compiuto quel massacro si era allontanato dalla cascina dopo essersi ripulito".

Olindo Romano e Rosa Bazzi non solo devono rispondere dell'omicidio volontario di Raffaella Castagna, Paola Galli e Valeria Cherubini, con l'aggravante dei futili motivi, dell'omicidio del piccolo Youssef con anche l'aggravante dell'aver agito su persona indifesa, ma anche del tentato omicidio di Mario Frigerio, marito di Valeria e supertestimone dell'accusa. Per la morte del bambino, di sua nonna e della mamma si contesta l'aggravante della premeditazione.

Secondo la tesi della procura, infatti, Olindo Romano e Rosa Bazzi avrebbero pianificato nell'arco di un anno il massacro pedinando ripetutamente Raffaella Castagna nei suoi spostamenti per recarsi al lavoro. Tutto sarebbe scaturito dalla minaccia di richiesta risarcimento danni per 3.500 euro per le lesioni che la moglie di Azouz Marzouk subì durante una delle solite liti con i coniugi del piano di sopra avvenuta la sera del 31 dicembre 2005. Il processo per quella lite avrebbe dovuto tenersi due giorni dopo la strage.

La sera dell'11 dicembre 2006 i Romano dopo essersi procurati coltelli e spranghe e aver disattivato il contatore della corrente della vicina, sarebbero saliti compiendo l'eccidio. Rosa, come lei ammise nelle prime confessioni poi ritrattate come fece pure il marito, si sarebbe scagliata sul piccolo Youssuf: "Piangeva così forte e mi faceva venire il mal di testa", disse al Gip Nicoletta Cremona. Poi diedero fuoco all'appartamento. Tutto questo pianificato e premeditato.

Nell'uscire però l'elemento imprevisto: i coniugi Frigerio, attirati dalle urla e dal fumo causato dall'incendio, erano scesi per vedere cosa stesse accadendo. Sempre secondo le confessioni ritrattate, Olindo Romano si scagliò su Mario Frigerio sgozzandolo, Rosa Bazzi rincorse Valeria fino alla mansarda superiore massacrandola a coltellate e sprangate.

Quindi tornarono nella loro lavanderia, arrotolarono gli abiti e i guanti indossati in un grosso tappeto che caricarono in auto. Si allontanarono da Erba, andarono in un lavatoio non distante per lavarsi del sangue, raggiunsero il Mc Donald's di Como per crearsi l'albi poi crollato sotto il peso di un misero scontrino. Durante il tragitto gettarono in tre diversi cassonetti, armi e abiti sicuri che sarebbero finiti già all'alba nel forno inceneritore de 'La Guzza' di Como.

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