venerdì 20 novembre 2009

Perugia, processo Meredith: requisitoria dei Pm

Oggi A Peugia prosegue il processo per l'omicidio di Meredith Kercher per il quale sono indagati Raffaele Sollecito e Amanda Knox, mentre l'ivoriano Rudy Guede ha in corso l'appello contro la condanna a 30 anni inflitta nel processo di primo grado con rito abbreviato. Ieri l'ivoriano ha raccontato la sua versione dei fatti, ammettendo la sua presenza in casa di Meredith, di intimità con lei,ma ribadendo la sua estraneità all'assasinio e al fatto di non essere riuscito a salvarla dall'emorragia che l'avrebbe dissanguata e di essere fuggito per quel motivo. Il pm Magnini non ritiene verosimile e credibile la sua versione e riconferma la richiesta di condanna a 30 anni come in primo grado di giudizio.
I maggiori quotidiani online riportano la notizia dando ampio spazio ad una presunta rivalità tra Amanda e Meredith.

Le fonti degli articoli sono:
Lastampa.it; Corrieredellasera.it; Larepubblica.it; Ilmessaggero.it

Da Lastampa .it del 20.11.09 sezione Cronache

Perugia, il Pm: "Amanda ha covato
a lungo il suo odio per Meredith"

L'accusa: «La ragazza quella sera ha compiuto la sua vendetta». Poi l'affondo: «Basta demonizzazioni e pressioni sul lavoro dei giudici»

PERUGIA
È cominciata stamani davanti alla Corte d’assise di Perugia la requisitoria dei pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuela Comodi nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox accusati dell’omicidio di Meredith Kercher. I due imputati erano presenti in aula.

Il primo a prendere la parola è stato il pm Mignini, che ha esordito: «Amanda Knox ha consapevolmente accusato un innocente». Il riferimento è a Patrick Lumumba, che però non ha nominato espressamente, coinvolto nell’indagine sull’omicidio di Meredith Kercher per le dichiarazioni alla polizia della giovane americana e poi prosciolto da ogni addebito (è infatti ora costituito parte civile nei confronti dell’americana accusata di calunnia nei suoi confronti). «Amanda - ha sottolineato il magistrato - non ha mosso un dito mentre languiva in carcere. Nè lei nè la madre che aveva raccolto le sue confidenze. E guarda caso - ha proseguito Mignini - si trattava di una persona di colore come Rudy Guede».

Amanda Knox «ha covato odio per Meredith» e la sera del 2 novembre del 2007 per la giovane americana «era venuto il momento di vendicarsi di quella smorfiosa». È il quadro delineato dal pm Giuliano Mignini nella sua requisitoria. Secondo il pm la Knox doveva incontrare Rudy Guede, inizialmente da sola, forse per questioni legate alla droga di cui entrambi - ha spiegato - facevano uso. Poi però a loro si unì anche Raffaele Sollecito e tutti e tre insieme andarono nella casa di via della Pergola dove già si trovava Meredith. «A quel punto - ha detto Mignini - c’ è stata una discussione per soldi o forse perchè Meredith era contrariata dalla presenza di Rudy. A quel punto c’ è stato il tentativo di coinvolgere Meredith in un pesante gioco sessuale, quella sera che era la prima in cui la giovane inglese era sola in casa. Amanda aveva il modo di vendicarsi di quella ragazza che stava solo con le amiche inglesi e la rimproverava per la sua mancanza di pulizia. È cominciato allora - ha sottolineato Mignini - il calvario di Meredith».

Prima di entrare nel vivo della requisitoria, il pm Mignini non ha lesinato alcuni affondi rivolti ai media statunitensi, dopo due anni di continue pressioni e attacchi al sistema giudiziario italiano: «C’è stata una chiara opera di demonizzazione», ha così detto in aula il pm Mignini. Poi è passato a difendere l’operato della Polizia di Stato: «Pressioni a fronte di un enorme lavoro portato avanti dalla Squadra mobile, dallo Sco e dalla Scientifica locale e nazionale. Il tutto finalizzato esclusivamente ad accertare la verità sull’omicidio della ragazza inglese. La ricerca della verità è un passaggio che in troppe occasioni si è dimenticato, è stato messo in secondo piano».


ora dal Corrieredellasera.it

REQUISITORIA NEL PROCESSO DAVANTI ALLA CORTE D'ASSISE
Delitto di Mez, il pm accusa Amanda: voleva vendicarsi di 'quella smorfiosa'
Il pubblico ministero Mignini davanti alla Corte d'Assise: «La Knox ha covato odio per Meredith»
PERUGIA - Amanda Knox «ha covato odio per Meredith» e la sera del 2 novembre del 2007 per la giovane americana «era venuto il momento di vendicarsi di quella smorfiosa». A parlare è il pm Giuliano Mignini nella sua requisitoria davanti alla Corte d'Assise a Perugia. Secondo il pubblico ministero, la sera del delitto la Knox doveva incontrare Rudy Guede, inizialmente da sola, forse per questioni legate alla droga di cui entrambi - ha spiegato - facevano uso. Poi però a loro si unì anche Raffaele Sollecito e tutti e tre insieme andarono nella casa di via della Pergola dove già si trovava Meredith. «A quel punto - ha detto Mignini - c' è stata una discussione per soldi o forse perché Meredith era contrariata dalla presenza di Rudy. A quel punto c' è stato il tentativo di coinvolgere Meredith in un pesante gioco sessuale, quella sera che era la prima in cui la giovane inglese era sola in casa. Amanda aveva il modo di vendicarsi di quella ragazza che stava solo con le amiche inglesi e la rimproverava per la sua mancanza di pulizia. È cominciato allora - ha sottolineato Mignini - il calvario di Meredith».
«ACCUSE CONSAPEVOLI A UN INNOCENTE» - Il pm accusa la studentessa di Seattle nche di aver «consapevolmente accusato un innocente». Il riferimento è a Patrick Lumumba, che però non ha nominato espressamente, coinvolto nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher dalle dichiarazioni alla polizia della giovane americana e poi prosciolto da ogni addebito (è infatti ora costituito parte civile nei confronti dell'americana accusata di calunnia nei suoi confronti). «Amanda - ha sottolineato il magistrato - non ha mosso un dito mentre languiva in carcere. Né lei né la madre che aveva raccolto le sue confidenze. E guarda caso - ha proseguito Mignini - si trattava di una persona di colore come Rudy Guede».
DEMONIZZAZIONE DEI TESTIMONI» - Durante la requisitoria, Mignini si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa, parlando di una «continua operazione di demonizzazione» di alcuni testimoni facendo riferimento all'operato delle difese degli imputati. «Diversi testi - ha detto il pubblico ministero - hanno esitato a presentarsi agli inquirenti, ma poi lo hanno fatto in maniera assolutamente precisa. Le difese hanno invece insinuato il sospetto che lo hanno fatto per chissà quali manovre». Mignini ha poi evidenziato il «lavoro enorme» fatto dalla polizia «per accertare la verità sull'omicidio della ragazza inglese, della quale - ha detto - troppo spesso ci si dimentica». Ha ricordato l'impegno della squadra mobile di Perugia, dello Sco e della scientifica del capoluogo umbro e nazionale.

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