venerdì 20 novembre 2009

Perugia, processo Meredith /2

Gli articoli della Repubblica .it e del Messaggero.it sono interessanti per comprendere le differenti versioni attribuite dagli autori ai protagonisti della vicenda, a volte differenze minime o nulle, come quando si riportano direttamente le parole dl pm Mignini, altre volte più significative. Per costruirsi un'opinione occorre conoscere i molteplici punti di vista elaborando criticamente la propria personale visione dei fatti.

Da Larepubblica.it del 20.11.09 sezione cronache


Omicidio Meredith, requisitoria del pm
"Tirare le fila di questo lungo dibattimento"
I due giovani sono accusati di omicidio volontario, violenza sessuale
porto ingiustificato di un coltello, furto e simulazione di reato
PERUGIA - E' cominciata davanti alla Corte d'assise di Perugia la requisitoria del pubblico ministero nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox accusati dell'omicidio di Meredith Kercher avvenuto nella notte tra il primo e il 2 novembre di due anni fa. Quattro giorni il delitto dopo la polizia arrestò Sollecito e la Knox, che si proclamano innocenti. I due giovani, tutt'ora detenuti, sono stati quindi rinviati a giudizio per omicidio volontario, violenza sessuale, porto ingiustificato di un coltello, furto e simulazione di reato.

"E' ora di tirare le fila di questo lungo dibattimento, in una vicenda unica nel suo genere nel panorama giudiziario italiano e mondiale e che ha interessato tre continenti", dice il pubblico ministero, Giuliano Mignini. "Un iter processuale lineare e sicuro. Non si possono però passare sotto silenzio - sottolinea Mignini - gli attacchi che hanno accompagnato questo processo e i continui tentativi di delegittimazione nei confronti degli agenti di polizia operanti, che invece hanno svolto con professionalità il loro compito e, talvolta, anche nei confronti della Corte".

"Attacchi fatti da soggetti italiani e di oltreoceano - dice ancora il magistrato - avvocati estranei a ogni mandato, detective in cerca di notorietà, scrittori, giallisti e blogger che si sono dati il cambio per assicurare una sorta di processo parallelo, tutti accomunati da approssimazione e superficialità. Ma il processo si celebra solo in questa aula".

Durante la requisitoria Raffaele Sollecito legge in silenzio la memoria preparata dai suoi difensori; Amanda Knox ascolta attentamente il pm, senza distogliere quasi mai lo sguardo dal magistrato. Entrambi sono seduti accanto ai loro difensori.

I due ex fidanzati non sono sembrati scambiarsi alcuno sguardo durante la mattinata. Seduta vicino alla Knox anche l'interprete che l'ha assistita fin dall'inizio del processo ma la giovane di Seattle sta ascoltando il magistrato senza ricorrere alla traduzione.

Prendendo qualche appunto nei passaggi della requisitoria che più la riguardano direttamente. In aula anche il padre di Sollecito, Francesco, con accanto la seconda moglie e l'attuale marito della madre della Knox.

La sola americana deve rispondere inoltre di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba per averlo coinvolto con le sue dichiarazioni nell'indagine sull'omicidio Kercher al quale è stato poi però riconosciuto completamente estraneo. Con loro la procura di Perugia ritiene responsabile del delitto anche Rudy Guede, già condannato a 30 anni di reclusione con il rito abbreviato e per il quale è in corso il processo d'appello (il pg ha chiesto la conferma della pena e l'udienza riprenderà il 21 dicembre prossimo). Anche l'ivoriano sostiene di essere estraneo all'omicidio.

Da Ilmessaggero.it del 20.11.09 sezione cronache

Omicidio Meredith, requisitoria del pm
"Tirare le fila di questo lungo dibattimento"
I due giovani sono accusati di omicidio volontario, violenza sessuale
porto ingiustificato di un coltello, furto e simulazione di reato
PERUGIA - E' cominciata davanti alla Corte d'assise di Perugia la requisitoria del pubblico ministero nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox accusati dell'omicidio di Meredith Kercher avvenuto nella notte tra il primo e il 2 novembre di due anni fa. Quattro giorni il delitto dopo la polizia arrestò Sollecito e la Knox, che si proclamano innocenti. I due giovani, tutt'ora detenuti, sono stati quindi rinviati a giudizio per omicidio volontario, violenza sessuale, porto ingiustificato di un coltello, furto e simulazione di reato.

"E' ora di tirare le fila di questo lungo dibattimento, in una vicenda unica nel suo genere nel panorama giudiziario italiano e mondiale e che ha interessato tre continenti", dice il pubblico ministero, Giuliano Mignini. "Un iter processuale lineare e sicuro. Non si possono però passare sotto silenzio - sottolinea Mignini - gli attacchi che hanno accompagnato questo processo e i continui tentativi di delegittimazione nei confronti degli agenti di polizia operanti, che invece hanno svolto con professionalità il loro compito e, talvolta, anche nei confronti della Corte".

"Attacchi fatti da soggetti italiani e di oltreoceano - dice ancora il magistrato - avvocati estranei a ogni mandato, detective in cerca di notorietà, scrittori, giallisti e blogger che si sono dati il cambio per assicurare una sorta di processo parallelo, tutti accomunati da approssimazione e superficialità. Ma il processo si celebra solo in questa aula".

Durante la requisitoria Raffaele Sollecito legge in silenzio la memoria preparata dai suoi difensori; Amanda Knox ascolta attentamente il pm, senza distogliere quasi mai lo sguardo dal magistrato. Entrambi sono seduti accanto ai loro difensori.

I due ex fidanzati non sono sembrati scambiarsi alcuno sguardo durante la mattinata. Seduta vicino alla Knox anche l'interprete che l'ha assistita fin dall'inizio del processo ma la giovane di Seattle sta ascoltando il magistrato senza ricorrere alla traduzione.

Prendendo qualche appunto nei passaggi della requisitoria che più la riguardano direttamente. In aula anche il padre di Sollecito, Francesco, con accanto la seconda moglie e l'attuale marito della madre della Knox.

La sola americana deve rispondere inoltre di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba per averlo coinvolto con le sue dichiarazioni nell'indagine sull'omicidio Kercher al quale è stato poi però riconosciuto completamente estraneo. Con loro la procura di Perugia ritiene responsabile del delitto anche Rudy Guede, già condannato a 30 anni di reclusione con il rito abbreviato e per il quale è in corso il processo d'appello (il pg ha chiesto la conferma della pena e l'udienza riprenderà il 21 dicembre prossimo). Anche l'ivoriano sostiene di essere estraneo all'omicidio.

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