domenica 15 novembre 2009

Il Col. Garofano si congeda dall'Arma

Oggi, 15 novembre il tg1 delle 13.30 lancia la notizia delle dimissioni del Col. Garofano dall'Arma dei Carabinieri che le accetta. Le motivazioni di questa scelta sono note in verità soltanto all'ex Comandante dei Ris di Parma, mentre le varie testate giornalistiche, con qualche distinguo, collegano la decisione con il ruolo di indagato per truffa ai danni dello stato ed altri reati ipoteticamente commessi durante le indagini sui casi esaminati dal Col. e dalla sua squadra dall 2002 ad oggi, i cui documenti cartacei, si parla di circa ventimila faldoni, sono stati prelevati in due riprese dalla Guardia di Finanza su ordine del pm Dal Monte, titolare dell'indagine presso la Procura di Parma su denuncia dell'avv. Taormina.
Altre ipotesi di motivazioni sono legate alla decisione del Comando Generale dell'Arma di trasferimento del Col.Garofano dal Ris di Parma al Racis di Roma per incompatibilità ambientale dopo la candidatura alle lezione europee nello stesso collegio elettorale in cui il Col.Garofano opera. A questa decisione il comandante si era opposto ed il Tar del Lazio aveva annullato il trasferimento, ma il ricorso dell' Arma era stato accolto in Consiglio di Stato ed il trasferimento divenuto definitivo.
Oltre alle motivazioni sulle quali è lecito interrogarsi colpisce lo stile a tratti già colpevolista con cui è ritratto il Col. Garofano, con richiami e relativi giudizi al suo impegno nella divulgazione del ruolo delle indagini scientifiche, come se non si trattasse della stessa persona che insieme alla sua squadra di scienziati contribuiva a risolvere i più famosi casi di cronaca dai Caretta a Tommaso Onofri, a Novi Ligure, a Erba passando per Cogne.
L'inizio della campagna mediatica contro i Ris di Parma ed in particolare contro il suo Comandante avviene a Cogne con l'irrompere nella difesa della Franzoni dell'avv. Taormina e continua ancora oggi con il caso di Garlasco.
Il prof. Taormina a mezzo stampa e in trasmissioni televisive lancia pesantissime accuse sull'operato dei Ris e del suo comandante, tentando di screditare la professionalità e l'attendibilità dei risultati delle loro indagini. Partono le denunce per calunnie e diffamazione che non avranno giustizia per l'immunità parlamentare prima e per decorrenza dei termini legali poi.
L'avv. Taormina continua ora compiaciuto la sua personale guerra contro un professionista che per oltre trenta anni ha servito lo Stato con dedizione e senso di responsabilità, a garanzia della sicurezza dei cittadini.
Le posizioni dell'avv. Taormina sono note, mentre quelle del Col. Garofano sono affidate alle pagine del suo ultimo libro "Il processo imperfetto" in cui descrive anche i contrasti con il difensore della Franzoni. All'indomani della pubblicazione del libro, con tempestività impressionante, la Guardia di Finanza requisisce alcuni faldoni relativi agli atti di alcuni casi presso la sede del Ris di Parma su denuncia dell'Avv. Taormina. A due mesi dall'uscita del libro parte puntualissima l'annuncio di querela da parte dell'Avv. Taormina per le pagine in cui è protagonista.
Al di là di tutte le considerazioni possibili sui fatti da indagare, per i quali la Procura di Parma dovrà accertare la fondatezza o meno, vorrei conoscere la vera origine dell'aggressività dell'avv. Taormina nei confronti del col. Garofano, che si concretizza utilizzando strumenti di legge per finalità che i cittadini non riescono a comprendere completamente, ma che pagano attraverso i contributi di tutti.
I soldi dei contribuenti sono ben spesi per indagare anche su casi risolti, passati giudicato, quando si auspica una maggiore disponibità di risorse per la magistratura per ridurre la durata dei processi?
Quanto ci costa la vendetta privata di Taormina? E' davvero così necessario e giustificato attaccare la carriera, il prestigio, il valore di uno scienziato in divisa per soddisfare la sete di giustizia del prof. Taormina?
Ai cittadini interessano altre battaglie, da combattere quotidianamente contro i soprusi dei potenti, degli arroganti, impuniti anche se palesemente colpevoli, a piede libero per continuare a commettere reati contro gli onesti ed ingenui che credono ancora di ottenere giustizia.
Ma la giustizia è ingolfata da una montagna di processi da definire, ora se ne aggiunge un altro.
In uno stato democratico in cui è possibile esprimere liberamente il proprio pensiero, l'utilizzo strumentale di mezzi di comunicazione in condizioni di squilibrio fra due o più posizioni contrapposte non favorisce il confronto sereno e costruttivo, quindi usiamo la democrazia della Rete per dare voce ai tanti che per pudore, onestà, senso di responsabilità decidono per il silenzio e la riflessione in attesa di far valere il loro diritto ad ottenere giustizia.

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