lunedì 16 novembre 2009

Gen. Garofano: "Dirò la mia verità". Domani conferenza stampa

Fra gli articoli oggi in rassegna stampa, il più completo sulle dimissioni del gen. Garofano è quello pubblicato da Larepubblica Parma .it. Interessanti come e più del solito i commenti dei lettori all'articolo, quasi tutti espressioni di solidarietà apprezzamento e stima per l'ex comandante dei Ris e perplessità quando non aperto dissenso con l'operato dell'avv. Taormina. Da sottolineare che il tribunale militare all'epoca dell'inchiesta non ravvisò reati commessi che fossero sotto la sua competenza e tramise gli atti alla procura civile.


Da Larepubblica Parma.it 16.11.09
Luciano Garofano lascia la guida dei Ris. La notizia arriva prima che, in serata, il procuratore di Parma Gerardo La Guardia confermi l'apertura di un fascicolo nei suoi confronti per le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato, peculato, falso e abuso d'ufficio. Le indagini sono scaturite da una denuncia dell'avvocato Carlo Taormina in merito a presunte irregolarità compiute dal reparto per lo svolgimento di consulenze tecniche su importanti e controversi casi giudiziari degli ultimi anni

Romano, 56enne, Luciano Garofano è stato fino a ieri comandante del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, che guidava da 14 anni. Ha presentato congedo al comando generale dei carabinieri dopo essersi occupato dei delitti più noti degli ultimi anni, dall’o micidio di Garlasco alla strage di Erba, dal caso Cogne all’a ssassinio di via Poma. Difficilmente ora rimarrà disoccupato: da tempo l'ufficiale sarebbe al centro di un progetto per la nascita di una nuova struttura di investigazione privata.

"Dirò la mia verità". Ieri il colonnello, diventato generale al momento del congedo come da consuetudine, aveva preferito non rilasciare nessuna dichiarazione: "In questo momento - aveva detto - non intendo fare alcun commento". Oggi ha aggiunto: "Sono accuse che fanno molto male", annunciando per domani alle 12 una conferenza stampa all'hotel Excelsior di Roma, dove racconterà la sua versione dei fatti in merito all'indagine in cui è coinvolto e alla scelta di lasciare l'Arma. "Sono pronto - ha sottolineato - a raccontare tutta la verità. Risponderò a tutte le domande che mi verranno rivolte".

L'inchiesta. Nelle indagini della procura di Parma Garofano è l'unico iscritto nel registro degli indagati per una vicenda che ruota intorno ad alcune consulenze di cui è stato incaricato, in qualche caso in qualità di "persona fisica", non di ufficiale superiore dell'Arma. Quelle nei suoi confronti, commenta La Guardia "sono ipotesi di reato per certi versi provvisorie in attesa di avere una informativa specifica e definitiva. Il colonnello non è stato convocato per un interrogatorio che allo stato non avrebbe senso". Insomma, l'inchiesta è ancora agli albori ed è "prematuro esprimere qualunque tipo di valutazione. "Il tribunale militare aprì un'inchiesta sul colonnello Garofano non ravvisando però la commissione di reati che potessero rientrare sotto la sua competenza. "A giugno - ha spiegato Laguardia - gli atti sono stati trasmessi a Parma e noi abbiamo aperto un fascicolo".

Le dimissioni. Secondo le prime ricostruzioni le dimissioni di Garofano, però, non sarebbero collegate con la vicenda che lo vede indagato, ma sarebbero da ricondurre a motivazioni personali legate al suo trasferimento da Parma disposto dopo che Garofano si era presentato alle ultime elezioni europee con La Destra, senza però essere eletto. La motivazione alla base del trasferimento disposto dal Comando generale dell'Arma sostiene che in base alla legge il comandante non poteva più continuare ad esercitare là dove si era candidato.

Un'impostazione contestata dall'ufficiale, che aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento. Il Tar in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva, bloccando il trasferimento, ma il Consiglio di Stato ne ha successivamente riconosciuto la legittimità. Il colonnello Garofano è stato dunque trasferito da Parma al Racis di Roma, il Raggruppamento operativo scientifico dell'Arma, una decisione che l'ufficiale ha continuato a non condividere.

La soddisfazione di Taormina. Comunque soddisfatto l'ex avvocato di Anna Maria Franzoni, condannata anche grazie alle indagini del Ris di Parma. "Ciò che ha costituito oggetto delle mie indicazioni - ha commentato Taormina - ha trovato riscontro. Più volte il Comandante Garofano ha riservato a me attacchi di tutti i generi senza successo. Mi auguro che finalmente ora questo signore possa rispondere alla giustizia ordinaria senza divisa e ulteriore possibilità di remora".

"Le accuse - precisa l'avvocato - sono di aver utilizzato attrezzature e personale appartenente all'Arma durante l'orario di ufficio e di aver percepito somme di denaro dalle consulenze tecniche affidategli quando il consulente tecnico nominato dai pubblici ministeri o dai giudici per legge non può essere considerato pubblico ufficiale ma privato cittadino".

La solidarietà dell'Arma. "L'Arma conferma stima e apprezzamento per le qualità professionali e personali del generale Garofano e dei militari del Ris di Parma". E' quanto rispondono all'ufficio stampa del comando generale dell'Arma dei carabinieri alla richiesta di un commento sulla vicenda Garofano. I militari del Ris, proseguono all'ufficio stampa, "operano con incarichi di consulenza e perizia conferiti anche a titolo individuale dall'autorità giudiziaria, secondo le regole fissate dal codice di procedura penale e dalla disciplina interna per l'uso delle strumentazioni dell'Amministrazione". "L'Arma - viene infine sottolineato - è impegnata al fianco dell'autorità giudiziaria di Parma per chiarire ogni dettaglio della vicenda".

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