martedì 27 gennaio 2009

Test del Dna, Banca dati Dna e violenze sessuali

Il test del Dna ha enorme valore scientifico, con un margine d’errore probabilisticamente inconsistente, permette l’identificazione di un colpevole attraverso il confronto con il suo profilo genetico e quelli rinvenuti sul luogo del delitto, inoltre se si riscontra la presenza di profili misti, sangue o altro materiale biologico dell’assassino e della vittima insieme, si ha la certezza della presenza sul luogo e di un contatto fra vittima e aggressore.
Se avessimo a disposizione una Banca dati del Dna della popolazione, sarebbe possibile, in primo luogo escludere gli innocenti e in secondo luogo identificare i colpevoli di reati.
Nel Nostro Paese siamo notevolmente arretrati in questo contesto poiché l’istituzione di una Banca dati Dna incontra molte resistenze in nome delle tutela della privacy dei cittadini.

Occorre ribadire con forza e chiarezza che le sequenze di Dna utilizzate per costruire un profilo genetico non contengono in alcun modo dati sensibili, che possano ricondurre per esempio alla conoscenza di malattie nel soggetto analizzato o altre informazioni: le sequenze sono scelte, per spiegare in maniera semplice, ma non esauriente dal punta di vista tecnico, fra quelle cosiddette ipervariabili che permettono soltanto di distinguere un individuo da un altro.

Secondo aspetto da considerare: alcuni reati, come le violenze sessuali o le rapine sono caratterizzati da serialità, ovvero chi commette il crimine è probabile che lo ripeta infinite volte, almeno finchè non sarà fermato e identificato.

A questo punto, che peso ha sulla nostra sicurezza la privacy contro uno strumento fondamentale per le attività di polizia giudiziaria come una Banca dati del Dna?
Se pensiamo che il crimine ha caratteristiche ormai transnazionali e che altri Paesi ci inviano profili genetici da comparare per individuare, ad esempio, persone sospettate di terrorismo o criminalità organizzata, come può rispondere il Nostro Paese?
Perché, con le punte di eccellenza nell’investigazione scientifica che pur ci appartengono, non vogliamo dotarci di questo strumento indispensabile per tutelare i cittadini? In nome di quale libertà? Quella dei colpevoli di reati?

Nei Paesi dagli Usa, alla Gran Bretagna, dove è in vigore la banca dati del Dna, gli autori di crimini seriali sono stati individuati e assicurati alla giustizia con un incremento esponenziale.
Quanto vogliamo ancora aspettare, quante donne e bambini dovranno ancora subire violenza in nome della garanzia della Privacy?

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