lunedì 26 gennaio 2009

Delitto Meredith Kercher: depositate motivazioni sentenza per Rudy Guede

Dall'agenzia Ansa.it del 26.01.2009 ore 21.12

MEREDITH: PARTECIPAZIONE ATTIVA DI GUEDE
PERUGIA - Rudy Guede "partecipò attivamente all'aggressione" che ha portato all'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007. Lo scrive il gup del capoluogo umbro Paolo Micheli nelle motivazioni della condanna a 30 anni di reclusione inflitta all'ivoriano con il rito abbreviato. Un articolato provvedimento depositato questa sera. Secondo il giudice, che ha rinviato a giudizio Raffaele Sollecito e Amanda Knox, comunque "la condotta criminosa fu posta in essere in concorso tra più autori". Il gup ritiene inoltre "pacifica" una "aggressione sessuale".

KNOX FECE ENTRARE GUEDE IN CASA - Rudy Guede entrò nella casa di via della Pergola dove venne uccisa Meredith Kercher "perché ce lo fece entrare qualcun altro" e questi "altri non può essere" se non Amanda Knox. E' la ricostruzione che emerge dalle motivazioni con le quali il gup di Perugia ha condannato l'ivoriano a 30 anni di reclusione. Secondo il giudice non è credibile la versione di Guede di essere entrato nell'appartamento con il benestare della vittima. Il gup rileva poi che "se i segni di effrazione (trovati su una finestra della camera di una delle coinquiline - ndr) furono successivi alla morte della ragazza, se Rudy era in quella casa nello stesso contesto in cui vi era qualcuno che avrebbe poi manifestato l'interesse a far credere a un ingresso di ignoti malviventi, l'unica conclusione è che il Guede entrò in via della Pergola 7 perché ce lo fece entrare qualcun altro, titolare dell'interesse appena descritto (che altri non può essere se non la Knox)".

PIANO PER ISTINTI SESSUALI POI OMICIDIO - Parla di un "piano concordato per soddisfare istinti sessuali" poi sfociato verso una "intenzione omicida" il gup di Perugia Paolo Micheli motivando la condanna a 30 anni di reclusione inflitta a Rudy Guede. Il giudice ritiene quindi sussistente il concorso dell'ivoriano ma anche di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox nei reati di omicidio e violenza sessuale. Nelle motivazioni della condanna il gup sottolinea che "la modifica di programmazione verso l'intenzione omicida (che indubbiamente si verificò in un momento successivo all'ingresso in scena del coltello, utilizzato in prima battuta per fini di minaccia all'emergere della reazione della vittima) venne accolta, accettata e perseguita da tutti dato che si mantennero coprotagonisti di una condotta che si prolungò ben oltre l'apparizione dell'arma". Secondo il giudice "nessuno scappò prima o cercò di fermare gli altri, né di sollecitare soccorsi, né manifestò dissenso rispetto a quella progressione criminosa". Per il giudice "ci si trova pertanto dinanzi ad un accordo criminoso da ritenere genetico quanto alla violenza sessuale".

Secondo la ricostruzione del gup Meredith venne colpita inizialmente con il coltello, ma non ferita mortalmente, quando era ancora in piedi (il delitto avvenne nella sua camera da letto). Circostanza provata - si legge nelle motivazioni - dalle macchie di sangue individuate sulla scrivania. Venne quindi spinta all'indietro - ritiene ancora il giudice - fino ad assumere la posizione supina nella quale "ebbe inizio la serie di toccamenti materialmente da riferirsi proprio a Guede". Il gup parla quindi di una "escalation di violenza non più controllata dinanzi alla reazione o alle grida di Meredith" culminata con un colpo letale sul lato del collo.

DIFENSORI SI RISERVANO COMMENTO A MOTIVAZIONI - Si riservano ogni commento "dopo una attenta lettura delle motivazioni" i difensori di Rudy Guede, gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile. I legali hanno già annunciato appello contro la sentenza. Guede si è infatti proclamato sempre estraneo a ogni addebito.



Da IlMessaggero.it del26.01.2009

Meredith, gup: «Rudy non è credibile,
ecco come partecipò all'omicidio»

«Un piano concordato a fini sessuali sfociato in tragedia»


PERUGIA (26 gennaio) - Rudy Guede «partecipò attivamente all'aggressione» che ha portato all'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007. Così il gup di Perugia Paolo Micheli motiva la condanna a 30 anni di reclusione inflitta a Rudy Guede nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007. Il gup, che ha rinviato a giudizio Raffaele Sollecito e Amanda Knox, parla di un «piano concordato per soddisfare istinti sessuali» poi sfociato verso una «intenzione omicida». Il giudice ritiene quindi sussistente il concorso dell'ivoriano ma anche di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox nei reati di omicidio e violenza sessuale. Il gup ritiene inoltre «pacifica» una «aggressione sessuale».

Nessuno manifestò dissenso. Nelle motivazioni della condanna il gup sottolinea che «la modifica di programmazione verso l'intenzione omicida venne accolta, accettata e perseguita da tutti dato che si mantennero coprotagonisti di una condotta che si prolungò ben oltre l'apparizione dell'arma». Secondo il giudice «nessuno scappò prima o cercò di fermare gli altri, né di sollecitare soccorsi, né manifestò dissenso rispetto a quella progressione criminosa». Per il giudice «ci si trova pertanto dinanzi ad un accordo criminoso da ritenere genetico quanto alla violenza sessuale».

Prima ferita con il coltello. Secondo la ricostruzione del gup Meredith venne colpita inizialmente con il coltello, ma non ferita mortalmente, quando era ancora in piedi (il delitto avvenne nella sua camera da letto). Circostanza provata - si legge nelle motivazioni - dalle macchie di sangue individuate sulla scrivania. Venne quindi spinta all'indietro - ritiene ancora il giudice - fino ad assumere la posizione supina nella quale «ebbe inizio la serie di toccamenti materialmente da riferirsi proprio a Guede». Il gup parla quindi di una «escalation di violenza non più controllata dinanzi alla reazione o alle grida di Meredith» culminata con un colpo letale sul lato del collo.

Rudy Guede entrò nella casa di via della Pergola dove venne uccisa Meredith «perché ce lo fece entrare qualcun altro» e questi «altri non può essere» se non Amanda Knox. Secondo il giudice non è credibile la versione di Guede di essere entrato nell'appartamento con il benestare della vittima. Il gup rileva poi che «se i segni di effrazione (trovati su una finestra della camera di una delle coinquiline - ndr) furono successivi alla morte della ragazza, se Rudy era in quella casa nello stesso contesto in cui vi era qualcuno che avrebbe poi manifestato l'interesse a far credere a un ingresso di ignoti malviventi, l'unica conclusione è che il Guede entrò in via della Pergola 7 perché ce lo fece entrare qualcun altro, titolare dell'interesse appena descritto (che altri non può essere se non la Knox)».

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