lunedì 26 gennaio 2009

Facebook: dopo la mafia, ora anche i fan dello stupro di gruppo

Da LaStampa.it del 26.01.2009

LA POLEMICA
Sul Web i fan degli stupri di gruppo
La politica: regolamentare Facebook

Online il gruppo che esalta la violenza Schifani: "Ora dobbiamo intervenire" Veltroni: la pagina va chiusa subito
TORINO
Mentre la politica si divide sul tema della sicurezza e tre nuovi casi di violenze alimentano la polemica sulle città «pericolose», su Facebook nasce un gruppo a favore dello stupro di gruppo. Una goliardata che riscuote pochissimo successo- un solo fan dichiarato- ma che riesce a scatenare un vespaio intorno al social network più famoso del mondo. Il primo ad accorgersi della pagina, dopo la segnalazione di un lettore, è Walter Veltroni. «È una vergogna, quel gruppo su Facebook va chiuso» dice il segretario del Pd. L’allarme di Veltroni rimbalza sul sito, e subito i “naviganti” si scagliano contro il creatore della pagina. «Sei uno schifo di persona» scrivono. E piovono insulti.

Sul tema arriva anche il monito del presidente del Senato Schifani: «Credo che sia giunto il momento che il Senato non solo segnalial governo la delicatezza della questione di gruppi che su siti internazionali inneggiano alla violenza sulle donne o di sostegno a personaggi della mafia, ma che si attivi subito». Come? Regolamentando il sito, dice Gabriella Carlucci, cancellando «d’imperio i gruppi più offensivi e pericolosi». Secondo la vicepresidente della Commissione Bicamerale per l’infanzia «le donne italiane, vittime di abusi carnali, devono essere difese e tutelate. Dopo l’apologia della mafia i fan dello stupro di gruppo. Il social network più famoso del mondo sta diventando sempre di più un luogo virtuale dove impera l’illegalità ma soprattutto l’impunità». Sulla pagina dei fan degli stupri, intanto, sale l’indignazione, ma il gruppo non scompare.

«E' inaccettabile che su Facebook vi sia una community che si dice fan dello stupro ed è dovere degli amministratori del social network cancellarlo immediatamente». Lo dichiara in una nota Silvana Mura, deputata di Idv. «Il fenomeno della violenza sulle donne - aggiunge - è originato in gran parte da stereotipi culturali molto radicati nel tempo. E' necessario dunque impedire ogni forma di pubblicità che possa continuare a rafforzare questi stereotipi. Spetta a chi gestisce il social network vigilare sui contenuti che in esso vengono pubblicati, altrimenti deve essere la polizia postale ad intervenire di ufficio per oscurare qualsiasi contenuto che configuri apologia di reato o istigazione a delinquere».

«È intollerabile che Facebook ospiti gruppi che inneggiano alla criminalità e agli stupri». Lo dice il senatore del Pd Vincenzo Vita. «Senza nulla togliere alla libertà della rete - continua Vita - va detto che Facebook è una comunità specifica che non può non avere sue forme di regolazione. Non è pensabile, quindi, che si possa sorvolare su una vicenda tanto grave».




Da IlGiorno.it 26.01.2009

VIOLENZA CONTRO LE DONNE
L'appello di Veltroni a Facebook:
"Togliete i fan dello stupro di gruppo"
Il segretario del Pd si fa portavoce di una protesta che corre online: "E' una vergogna, quel gruppo su Facebook va chiuso, è apologia della violenza, un' istigazione contro le donne”


Roma, 26 gennaio 2009 - Da Facebook tolgono le foto delle mamme che allattano (giudicate forse scandalose) ma poi lasciano cose ben più gravi e scabrose. Ad esempio il gruppo dei "Fan dello stupro di gruppo": cosa che solo a pronunciarla fa tremare le vene nei polsi.
A chiedere a gran voce di cancellare da Facebook i tifosi dei branchi di stuprarori è Il segretario del Pd Walter Veltroni: "E' una vergogna, quel gruppo su Facebook va chiuso”, affermafacendo suo l’ allarme arrivato da molti utenti, e diffondendolo fra i tanti amici del suo profilo Facebook.

L`allarme nasce dal formarsi su Facebook di un gruppo che si autodefinisce ‘Fan degli stupri di gruppo’: “una vera e propria apologia della violenza - continua il leader del Pd - un' istigazione contro le donne”.

Moltissimie, insieme a Veltroni, le adesioni alla richiesta di una chiusura immediata, come era avvenuto qualche settimana fa con i profili Facebbok che inneggiavano a Totò Riina e alla mafia.

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